Oggi mettiamo i riflettori su un tema molto insidioso: la tendenza al perfezionismo. Alcuni di voi mi hanno chiesto: cosa fare se mi accorgo che spesso tendo a fare il perfettino/a?

Questo post è dunque dedicato a tutti quelli che si sono già accorti che voler fare-tutto-perfettamente è faticoso e per loro inizia a diventare un problema. Se invece sei fra quelli che si compiacciono di questo atteggiamento può essere uno spunto di riflessione…hai visto mai che inizia a solleticarti l’idea che vai bene come sei e puoi essere felice anche se “non fai tutto perfettamente”?

Di certo, sia che appartieni alla prima schiera sia che sei nella seconda, da qualche parte lo hai imparato, a voler fare tutto perfettamente.

In genere è anche molto incoraggiato da molti stili educativi: a scuola, a casa, in alcuni ambienti di lavoro. Spesso i “grandi” si compiacciono quando i loro “discepoli” fanno molto bene. E, se sei stato “fortunato”, hanno commentato il risultato con un giudizio su di te, ad esempio: “Sei bravo” (e non “Mi piace come hai fatto questa data cosa”). Se invece sei fra i meno fortunati, ti sei beccato una valutazione un po’ stitica come ad esempio: “Potevi fare anche questo. La prossima volta presta attenzione”. Per la serie…non è mai abbastanza! Già, per la perfezione manca sempre qualcosa! 🙁

Questi messaggi creano una grande distorsione nel tempo perché:

  • Ti lasciano pensare che se fai una data cosa secondo alcuni standard, vai bene/sei di valore,
  • ti portano a pensare che per essere adeguato devisempre- fare-tutto-perfettamente.

E oggi può darsi che ti trovi impantanato in alcuni di questi comportamenti: voler prendere sempre “il voto più alto” per le tue performance, pensare che ci sia un modo preciso e migliore per fare ogni cosa, tenere la casa sempre perfettamente in ordine, temporeggiare in una scelta (alla ricerca delle condizioni ideali per farla al meglio, evitando errori), oppure ancora cominciare un’attività solo dopo esserti assicurato di poterla fare perfettamente.

Oggi ti voglio raccontare 4 motivi per cui -secondo me- è rischioso e faticoso continuare su questa rotta (e perché dovresti valutare un’alternativa):

1. La perfezione insegue degli standard severi ed elevatissimi, per questo -quasi sempre- porta a rimanere insoddisfatti; partecipi ad un gioco in cui la regola implicita è “si può dare di più”, perciò quando si può godere?

2. Fare perfettamente ti permette di ottenere apprezzamenti e non affetto (da te stesso e dagli altri); tu e gli altri siete disposti ad accettare quello che fai solo se…è fatto in un dato modo. Altrimenti è tutta la tua persona a sentirsi fuori posto e inadeguata,

3. La perfezione è una bugia, ti dice che “se fai perfettamente, sarai felice. E invece io ho osservato che la felicità abita in storie imperfette che hanno avuto il coraggio di provare e riprovare. E utilizzare gli errori e le storture del percorso,

4. L’idea di perfezione uccide le idee genuine e la creatività: impone una pressione a fare in un preciso modo, mentre la creatività è “leggera”, emerge spontaneamente quando ti lasci libero di fare come vuoi, come senti in quel momento. Il perfezionismo ti invita a seguire un clichè ripetitivo che ritieni sicuro. La creatività ti permette di esplorare, sperimentare e fare esperienza.

Che ne dici, hai abbastanza motivi per valutare l’idea di imparare un’alternativa al perfezionismo? Puoi farlo!

Se leggendo questo post ti è venuto in mente qualcosa, hai ancora delle obiezioni o qualche domanda e ti va di condividerla con me, scrivimi o partecipa a Psico-Cafè: da lunedì 22 a lunedì 29 giugno ci incontriamo in un Cafè virtuale -la pagina facebook Benessere in Relazione– ed io rispondo a tutte le vostre domande. Puoi lasciarla pubblicamente o in privato…e puoi invitare chi vuoi: più siamo, più bello sarà! 😉

 

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Psicologa delle relazioni interpersonali. Amo accogliere e accompagnare verso il cambiamento le persone che attraversano un momento critico.

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