Spesso mi trovo ad ascoltare storie complesse e dolorose di coppie che stanno insieme ma bene non stanno. Spesso si mette in dubbio l’amore, si pensa subito: “non ti ama abbastanza”.

Di tanto in tanto infatti emergono dei segnali sgradevoli e allarmanti per uno dei due. Possono essere gesti o comportamenti che senti spesso da altri o in tv, ma che quando capitano nella propria casa subito si pensa solo a vergognarsene, dentro, e a minimizzare fuori. C’è sempre una scusante: era stanco, era nervosa, è un periodo stressante. Spesso al termine di questi racconti non c’è una vera e propria richiesta di aiuto, ma solo tanta confusione da accogliere e a cui dare un senso. Perché proprio mettendo in ordine, sciogliendo i nodi di una matassa ingarbugliata, si può ritrovare un po’ di serenità ed essere pronto a capire se e per cosa ti serve aiuto.

In questa confusione risuona spesso la stessa domanda: “Ma è normale?” a cui molti rispondono “se mi amasse non farebbe così”.

Ti è mai successo di rimanere imbrigliato in queste dinamiche? Non sei il solo. Là fuori ci sono tantissime persone che, almeno una volta nella vita, hanno pensato o vissuto queste stesse cose (e se ne sono vergognate da matti).

In questo post parlo proprio a te e voglio dirti 3 cose per aiutarti a fare un po’ di chiarezza in questa nube di confusione che rischia di diventare tossica:

1. Chiedersi “è normale?” non serve a molto, se non ad etichettare un’esperienza molto complessa. Se per normale intendi frequente, probabilmente la risposta è sì. Se per normale intendi routinario e tipico di buone relazioni, ascolta il tuo istinto e quello che senti: questa relazione è energizzante, nutriente, un aiuto a diventare sempre più quello che sei? Ne ho parlato anche qui.

2. L’amore non c’entra nulla: ognuno di noi ama a modo suo, replicando nelle relazioni quello che conosce, oppure l’opposto di quello che ha conosciuto e lo ha fatto stare male. La verità non è che non ti ama abbastanza. Le relazioni intime più di altre ci permettono di toccare dei nervi scoperti nella nostra storia che, se non ce ne prendiamo cura, faranno esplodere reazioni e comportamenti apparentemente illogici. Ma un senso –profondo- invece c’è. Per questo non c’entrano neanche la bontà o la cattiveria, l’educazione e tutti i valori che ti viene voglia di chiamare in causa per spiegarti con la logica il senso di quello che succede.

3. Ascolta la vergogna che qualche volta senti all’idea di lasciar vedere quel che vivi: ti dice quanto disagio stai vivendo, e come qualche parte di te lo giudichi “brutto” o “anormale”. Che ne dici di utilizzarlo per sentirti meno solo, condividendolo con una persona intorno a te che sai essere un buon ascoltatore? Raccontarti e lasciarti ascoltare profondamente può aiutarti a sentire e capire delle cose di te che altrimenti non ti diresti.

E tu quale altre domanda ti fai quando vivi nella tua coppia esperienze sgradevoli? Raccontamela qui o incontriamoci dal vivo a PsicoCafè, giovedi 1 giugno: parliamo proprio di relazioni tossiche ma davanti a qualcosa di buono, un po’ di leggerezza, un buon libro e buona compagnia. Partecipare è gratuito ma è necessario iscriversi qui: saremo al massimo in 8 persone: meno siamo, più ci ascoltiamo!

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Psicologa delle relazioni interpersonali. Amo accogliere e accompagnare verso il cambiamento le persone che attraversano un momento critico.

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