Qualche giorno fa in pausa pranzo vado al supermercato per fare una spesa frettolosa; faccio due passi soleggiati e mi accorgo di essere pensierosa e felice, in compagnia di pensieri leggeri.

Cosi, mi ritrovo tra le corsie del supermercato assorta e probabilmente svolazzante, alla ricerca del mio pranzo e intenta a digerire le cose appena accadute. Mi sorge un’improvvisa voglia di pomodori, afferro un sacchetto, dimentico il guanto, ne prendo tre e mi accorgo che una signora accigliata e veloce si dirige verso di me con un dito puntato. “Si metta i guanti!” mi urla severa e arrabbiata. Atterro velocemente dai miei pensieri per risponderle che aveva ragione e che ero davvero distratta. Mi sono sentita redarguita come fossi la sua bambina e cosi, scossa dal suo tono energico ed aggressivo, le specifico serena che -sebbene avesse proprio ragione- non le permettevo di rivolgersi a me con quel tono. La scena prosegue con me che continuo la mia pausa fra pensieri e pomodori, mentre la signora si sente incoraggiata a rimproverarmi meglio, ad un volume più alto.

È un piccolo episodio forse insignificante, ma mi sono trovata a ripensare più volte a quella scena perché ho realizzato che spesso sono stata io quella signora per me stessa, e altre volte posso esserlo stata per altri.

Quante volte ricorriamo al rimprovero e alla critica anziché offrirci -o offrire agli altri- parole di comprensione?


La gentilezza è un’attenzione affettuosa

La signora era stata molto attenta in effetti ed ha usato quello sguardo per correggermi, rimanendo aspramente nel territorio di ciò che era giusto e di ciò che era sbagliato.

La gentilezza invece ci permette di offrirci (o offrire all’altro) un’attenzione benevola, affettuosa, proprio quando ci troviamo di fronte ad un errore, ad una fatica o una difficoltà. Ci consente di guardare a noi e all’altro con uno sguardo di comprensione più che di giudizio.

Trovare parole di gentilezza per sostenerci e confortarci

Siamo cresciuti confidando nella possibilità di migliorarci attraverso la correzione, il rimprovero, la punizione, parole che arrivano come schiaffi. Cosi diffidiamo -o talvolta non conosciamo neanche- la possibilità di trattarci bene, di riservarci parole comprensive, di quelle che arrivano come un abbraccio e una carezza.

Ci rassicura saperci nel giusto, sentirci bravi e qualche volta entriamo in allarme all’idea di sbagliare (o essere sbagliati?!).

Ma invece quali parole avremmo davvero bisogno di sentirci dire quando siamo in difficoltà, quando la fatica ci sfianca, quando stiamo affrontando una pagina dolorosa della nostra vita?

Mettere a fuoco queste parole, rivolgerle a noi stessi silenziosamente, è quello che ci aiuta e che ci conforta. È trattarci con la gentilezza di cui abbiamo bisogno per crescere e affrontare la vita cosi com’è.

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Psicologa delle relazioni interpersonali. Amo accogliere e accompagnare verso il cambiamento le persone che attraversano un momento critico.

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