Mi piacerebbe poterti rivelare che esiste una sola e semplice causa per l’ansia che compare nelle nostre vite in molte circostanze; a volte ad un volume cosi forte da paralizzarci attraverso dei veri e propri attacchi di panico. Quei momenti in cui il corpo sente troppo e la mente si blocca.

Ma non è cosi, perché di cause ce ne sono tante e sono scritte nelle trame delle nostre storie personali e chiedono di essere portate alla luce, con attenzione.

Eppure è una delle prime domande che affiorano quando li viviamo o quando conosciamo qualcuno che li sperimenta l’ansia e il panico è proprio questa: perché? qual è la causa?

 

Perché sperimentiamo ansia e panico?

Quando siamo travolti da questa ondata emotiva, sorge dentro di noi l’urgenza di conoscere il motivo, la causa di questa esperienza cosi spiacevole che viviamo e cosi spesso la andiamo a cercare nella cronologia degli eventi per ricostruire il nesso causa-effetto.

“Ero a casa, stavo per andare a letto ed ho sentito che iniziava a mancarmi il respiro, il cuore andava a mille e un senso di soffocamento ha preso il sopravvento”.

Oppure “ero in macchina, ero tranquilla, non stava accadendo nulla e all’improvviso ho iniziato a tremare e sudare”.

E ancora “non so cosa mi succede, con lei sto bene ma a volte quando siamo insieme inizio ad agitarmi e a stare male; l’unica cosa è allontanarmi: forse non sono fatto per stare insieme a qualcuno?

Non confondiamo lo stimolo con la causa

Sperimentiamo ansia verso qualcosa di specifico (ad esempio guidare, volare, parlare in pubblico), rispetto ad uno stimolo che di cui non siamo consapevoli, in relazione alla vicinanza o alla distanza che sperimentiamo in una relazione. Tutti questi sono i fattori scatenanti che attivano dentro di noi la sensazione di allerta, ma non sono né il motivo né la causa della nostra ansia.

 

La miccia e l’ossigeno dell’ansia

Sembra una distinzione banale ma non lo è: visto che la paura ci fa perdere il controllo e parla un linguaggio emotivo che non riusciamo a decifrare, a volte cerchiamo di mettere in ordine le cose con la logica e confondiamo le circostanze in cui sperimentiamo ansia (o l’oggetto rispetto al quale si attiva la nostra allerta, con la causa del nostro disagio.

La logica ci permette di evitare circostanze e oggetti che innescano l’ansia per proteggerci. Cosi ad esempio, se mi accorgo che sto male quando dormo da sola, per scongiurare la possibilità che succeda ancora, potrei finire per evitare di rimanere sola la sera. Oppure se ho fatto esperienza di allertarmi alla guida in autostrada, finirò per evitare quell’esperienza.

L’evitamento ci garantisce un sollievo immediato ma in realtà mantiene l’ansia come l’ossigeno mantiene attiva la fiamma. Ci permette di distrarci dalla nostra paura mettendo in campo rituali di allontanamento dallo stimolo ritenuto pericoloso e anche da noi stessi. Soprattutto mantiene viva una domanda allertante: “E se ricapita?“.

La miccia che innesca l’ansia e il panico spesso è un pretesto che accade nel qui e ora, un fattore scatenante che attiva una reazione -ansiosa- che però è legata a motivazioni e significati da ricostruire. È costituita da pensieri e premonizioni catastrofiche, pensieri critici o severi con cui ci sfidiamo a raggiungere obiettivi irrealistici.

Non esiste una spiegazione lineare e scientifica tra le circostanze o la tipologia di stimolo e le cause. Per dieci persone che sperimentano ansia in una medesima circostanza ci sono dieci cause diverse, scritte nelle loro storie: in quello che hanno imparato nel passato circa la possibilità di farcela, e nel loro permesso di realizzarlo nel presente. Sono cause e significati che ruotano intorno al conflitto che tutti noi viviamo tra il desiderio di indipendenza e libertà e quello di protezione.

 

Guardare le cose dall’alto: qual è la funzione di questo limite nella trama della mia storia?

La stanza della terapia è lo spazio protetto in cui ci prendiamo il tempo per ricostruire il nesso tra lo stimolo che ha innescato il divampare della fiamma dell’ansia e i nostri bisogni e desideri che l’ansia ci impedisce di realizzare.

L’ansia e il panico ci catapultano in uno scenario pericoloso in cui tutta la nostra attenzione viene attirata dall’obiettivo di proteggerci. E mentre lo facciamo, vanno in secondo piano nella scena della nostra vita, la possibilità di affermarci, esprimerci, autorealizzarci.

Cosi, l‘obiettivo della terapia non è tanto (e non solo) quello di ripristinare il senso di calma e sicurezza con gli “interventi di primo soccorso”, per comprendere come regolare le nostre emozioni e i nostri comportamenti. Anche. Ma è soprattutto un’occasione per sorvolare sulla nostra difficoltà per scorgere -da una prospettiva più ampia della nostra storia- quale destinazione ci stiamo impedendo di conquistare attraverso l’ansia.

Iniziamo a scoprire il ruolo che svolge questo fastidioso segnale nella nostra storia:

  • quale narrazione di noi ci aiuta a mantenere?
  • quale storia nuova ci segnala che desideriamo e temiamo allo stesso tempo?

Qualche settimana fa, una giovane donna terrorizzata all’idea di ammalarsi e indaffarata a proteggere in ogni modo se stessa e la figlia, mi raccontava il ritorno del suo attacco di panico; dopo averla guidata ad esplorare più in profondità quella situazione, le ho chiesto: se non dovessi focalizzare tutta la tua attenzione e le tue risorse a prevenire e gestire questo pericolo, cosa potresti rischiare di sentire? Si è fermata silenziosa. “Che mi sento sola, non c’è nessuno per me”, mi ha risposto. Il suo racconto è diventato più lento, come quando riusciamo a dirci la verità, come quando intravediamo qualcosa che ci intenerisce. 

Cosi la sua ansia e il suo indaffararsi le stavano permettendo di continuare a scrivere una storia vecchia (“mi arrangio da sola, sono sempre stata forte e autonoma”) e, al contempo, le stavano rivelando una paura e un desiderio profondo (“mi sento sola e ho bisogno di potermi affidare a qualcuno”),

L’ansia, come tutte le emozioni, ha un messaggio per noi e il nostro compito è ascoltare.

Se vuoi iniziare a farlo autonomamente, puoi iniziare grazie al programma ricchissimo che trovi in Respira (e fai pace con l’ansia) in cui trovi 6 tracce audio che ti guidano a prenderti cura dell’ansia e sei tracce per scrivere quello che cogli dentro di te. Oppure possiamo farlo insieme, a quattr’occhi, dal vivo o su skype.

 

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Psicologa delle relazioni interpersonali. Amo accogliere e accompagnare verso il cambiamento le persone che attraversano un momento critico.

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