Il desiderio di essere visti e quello di essere invisibili
Tutti noi nutriamo un grande bisogno di essere visti e riconosciuti per quello che facciamo, per le nostre qualità, per le nostre competenze, per il semplice fatto di essere così come siamo. Qualche volta ci sembra di non ricevere abbastanza apprezzamenti, allo stesso tempo però abbiamo anche paura di essere visti, se non addirittura il desiderio di scomparire. Come prenderci cura di questo bisogno e questa paura mentre siamo in relazione?
Come proteggere i tuoi confini nelle relazioni
Trovare la giusta distanza nelle relazioni è un’impresa. E poi, come capiamo qual è davvero la giusta distanza nelle nostre relazioni? In generale, lo sentiamo perchè è quell’esperienza di vicinanza che ci permette di procurarci allo stesso tempo sia...Le relazioni in quarantena: quando ci sentiamo troppo vicini o molto soli
In questa quarantena stiamo facendo tante esperienze nuove: anche quelle abitualmente stressanti sono stressanti in un modo nuovo perché raramente ci siamo trovati per un tempo cosi prolungato a fare coesistere tutti i nostri ruoli relazionali sotto lo stesso tetto. Rispetto alle relazioni, quando le cose si fanno difficili, possiamo notare che si amplificano i conflitti oppure la solitudine. In questo post vediamo l’impatto di questa esperienza sulle nostre relazioni per cogliere di cosa abbiamo bisogno, cosi da procurarcelo, sempre stando a casa.
Si può ricostruire la fiducia dopo un tradimento?
Oggi rispondo ad una domanda di Marina che mi chiede: “E’ possibile tornare a fidarsi di una persona (del mio compagno) dopo un tradimento?”. Questa domanda ci aiuta perciò ad approfondire un tema spinoso e doloroso: il tradimento e in particolare come e da dove ripartire dopo questa esperienza.
Come trovare la giusta distanza nelle relazioni
Ognuno di noi ha una distanza che preferisce mantenere nelle relazioni: uno spazio tra noi e gli altri che ci fa sentire al sicuro. E’ una distanza fisica che manteniamo con le altre persone ma anche una distanza emotiva, ovviamente. Qualche volta è difficile sintonizzarsi con l’altro: possiamo sentirci invasi oppure allontanati e rifiutati; possiamo avere la sensazione che l’altro si senta invaso o possiamo sentirci tendenzialmente poco coinvolti, distaccati dall’altro.
I genitori non sono perfetti: fai pace con i sensi di colpa
Non conosco genitori che non si sentono in colpa per qualcosa: se potessero farebbero in modo di non sbagliare mai con i loro figli con l’idea di evitare loro delle sofferenze. Il punto però è che noi genitori educhiamo con quello che siamo come persone prima ancora che con quello che facciamo. Se ci sentiamo sempre ansiosi di fare la cosa giusta, se ci sentiamo tendenzialmente inadeguati e in colpa, cosa insegneremo loro?
Perché il giudizio degli altri ci condiziona
Spesso, anche se ci costa ammetterlo, il giudizio degli altri ci condiziona. Probabilmente ci è stato consigliato che dovremmo fregarcene, e lo sappiamo anche noi, ma non riusciamo a farlo: quello che l’altro pensa e dice ha un impatto su di noi, ci tocca. E perché non dovrebbe? Qualche volta però il meccanismo si inceppa e possiamo diventare iper-sensibili.
Mandare giù oppure sbottare?
C’è un’abitudine che si presenta spesso nelle relazioni. È qualcosa che abbiamo imparato prestissimo, e che ha definito la misura di quello che ci permettiamo di esprimere agli altri e di quello che invece tratteniamo. A volte è un processo fluido, questo del dare e...Regalarsi del tempo
La scorsa settimana abbiamo parlato dell’utilità di riconquistare il tempo per attendere, per goderci uno spazio vuoto di tempo, in cui c’è una buona quota di cose che non dipendono da noi e che non possiamo controllare.
Oggi voglio allargare un po’ la riflessione sul tuo rapporto con il tempo e coinvolgerti in un’avventura che può aiutarti a rimetterti a tuo agio con il tuo tempo.
Forse te ne sarai accorto: la maggior parte del nostro tempo lo passiamo a prevedere qualcosa che riguarda il nostro futuro imminente, e cioè cosa dovremmo fare, oppure lo impieghiamo pensando al passato, a ciò
che avremmo potuto fare meglio ieri, a ciò che lui o lei ha fatto o detto, sempre ieri.
Orientare i pensieri in queste due direzioni – al passato o al futuro – è naturale e istintivo; ci permette di essere responsabili e riflessivi. Ma produce molto stress, perché in entrambi i casi alimentiamo una sensazione che ha a che fare o con l’attacco (cosa devo fare per risolvere la questione) o fuga (cosa devo evitare).