La scorsa settimana in questo post ti ho parlato di quanto sia prezioso stare in contatto con te e con le tue emozioni facendo i conti con la paura di avvicinarle e sentirle.

Oggi voglio fare con te un altro passo per invitarti a fare pace con quella parte più sconosciuta e vulnerabile di te che è cresciuta grazie alle esperienze che hai fatto.  Tutti noi la custodiamo e talvolta ci permettiamo di svelarla solo alle persone con cui decidiamo di aprirci profondamente e con le quali ci sentiamo al sicuro. Quasi sempre però non abbiamo un buon rapporto con questa parte sensibile di noi stessi, con il bambino che siamo stati.  A volte vogliamo nasconderla, a volte la conosciamo e vogliamo proprio sbarazzarcene!

Lo facciamo tutte quelle volte che non ci perdoniamo delle cose che riguardano il nostro passato o lottiamo per “metterci una pietra sopra”. Tutte le volte che ti sembra di essere infantile se dici o pensi quella data cosa, tutte le volte che ti critichi e ti redarguisci a dovere per qualcosa che non ti piace di te.

Se ti è capitato almeno qualche volta, ti sarai accorto che c’è un’idea che portano avanti il tuo critico interiore e il maestro severo che abita dentro di te: per crescere devi sbarazzarti di quella parte “bambina”. Quella più infantile, emotiva, intuitiva e certamente anche più vulnerabile.

E invece no. Per essere adulti spontanei e liberi abbiamo bisogno di recuperare quel bambino e farlo incontrare con l’aspetto più razionale della nostra personalità.

 

Riconoscere in noi adulti le tracce e le caratteristiche del bambino che siamo stati è molto importante perché spesso è lui che continua ad agire silentemente senza che ce ne accorgiamo. O meglio ce ne accorgiamo quando sperimentiamo qualche difficoltà o qualche sofferenza che non ci sappiamo spiegare con la logica. Ti è mai capitato?

Ecco in quei casi, succede un po come quando fai qualcosa in modo automatico: il tuo comportamento è dettato da ciò che hai imparato nel passato ma che oggi non sai spiegare a parole (sapresti dire ad esempio come hai imparato ad andare in bici esattamente? lo sai fare ma è difficile spiegare la procedura!). Allo stesso modo può darsi che oggi porti avanti alcune abitudini che per te sono proprio naturali. Magari continuano a farti compagnia dicendoti quello devi o non devi fare. E può darsi che tu continui a lottare con quelle vocine, in una guerra faticosa e continua.

Ecco, che ne dici di darti una tregua?

Trova il tempo e il desiderio di avvicinarti e conoscere quel bambino che c’è in te. E ascolta cosa ha da dirti adesso.

Ti propongo una piccola esperienza per iniziare, ti va?

Ritagliati un momento tutto per te e lascia affiorare un’immagine di te bambino. Visualizzala cercando di ricordare la sua espressione, i suoi modi di fare, la sua postura. E poi soffermati a chiederti:

  • Come mi sembrava il mondo quando ero piccolo/a?
  • Cosa facevo quando mi sentivo solo?
  • E quando ero entusiasta?
  • Se potesse parlare cosa direbbe la mia parte bambina?
  • Cosa cambierebbe nella mia vita se accettassi completamente la mia parte bambina?
  • Cosa succede oggi quando la tua parte bambina si sente ignorata?

Forse sarà difficile iniziare a dirsi tutte queste cose in una volta. Non importa, inizia. E coltiva la curiosità di scoprire le risposte. E’ così che iniziano tutte le storie d’amore, no? Da quella irresistibile voglia di conoscersi un po di più.

Tu lo puoi fare con te. Imparando ad accettare ed amare quello che scopri e osservi poggiando uno sguardo più benevolo su di te. Così facendo, passo dopo passo, potrai imparare a fare da “genitore” a te stesso: coccolarti, accettarti, perdonarti, tollerarti, comprenderti e avere pazienza con te! Ti va di iniziare? E se vuoi condividere un pò di quest’avventura, sai dove trovarmi!

boxauthor

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Psicologa delle relazioni interpersonali. Amo accogliere e accompagnare verso il cambiamento le persone che attraversano un momento critico.

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