Oggi ti parlo di un’emozione che ci aiuta ad esprimere la sofferenza per aver perso qualcosa o qualcuno: la tristezza. Grazie a lei possiamo staccarci dagli eventi dolorosi, e rimanere in contatto con noi stessi e con gli altri.

Tu come affronti solitamente la tristezza? E cosa fai per sostenere qualcuno che ti sta accanto e che è un po’ triste? Ci sono cose utili da fare in questi casi, ma ci sono anche azioni che invece è meglio evitare. Ma quali sono?

Iniziamo proprio da quelle che sarebbe meglio evitare di dire, a te stesso e agli altri:

1. Pensa alle cose belle! Che è un modo per ignorare la persona che è triste (tu o qualcuno intorno a te) e dirgli sostanzialmente che non ha senso, “non va bene che stai così!” e che deve essere diversa da com’è adesso, in questo preciso momento;

2. Fai qualcosa, esci, muoviti, conosci gente! Questo è esattamente quello che una persona triste non riesce a fare. L’istinto quando siamo tristi non è sicuramente quello di “fare” ma di ritirarci in un angolino a fare riserva di energie. Diresti ad una persona che ha male a una gamba di corriere? Ecco, quando siamo tristi abbiamo bisogno di fare movimenti verso l’interno di noi stessi: stare, accogliere, abbracciare. E non fuori di noi: andare, socializzare ecc…

3. Succede a tutti, ognuno ha i suoi problemi! Di sicuro al mondo c’è almeno una persona che sta peggio di te ma questo non rende soggettivamente meno doloroso quello che stai attraversando. Quando diciamo questo a noi stessi o a qualcuno intorno a noi in pratica non ci diamo il diritto di essere tristi, anzi, ci aggiungiamo anche una bella dose di sensi di colpa immeritati.

Ma allora cosa possiamo fare per fare i conti con la tristezza nostra e di chi ci sta vicino?

 

Se la tristezza fosse un movimento non sarebbe certamente un movimento verso l’altro, verso l’esterno ma verso di te. È un invito a stare, accogliere, tacere, recuperare energie. E fare resistenza è spesso inutile: ci sentiamo sì impotenti ma è proprio in quei momenti che possiamo lasciarci andare e ascoltare quello che ci sta succedendo, guardarci dentro e cercare un senso a questo sentimento.

Come possiamo farlo? Ci sono delle cose che funzionano piu di altre (prova a pensare se sono quelle che hanno funzionato con te), sono cinque e le vediamo insieme:

1. Ascoltare la tristezza: Accetta che tu (o la persona a te vicino) possa essere triste, è un’emozione che appartiene a chi la sperimenta, non è colpa di nessuno! Tutti gli adulti felice e appagato hanno vissuto delle tristezze: tu sai cosa ti rende triste? Sai cosa rattrista quella persona? Chiediglielo!

2. Raccontare la tristezza: cerca di capire cosa ha scatenato questa tua risposta emotiva; a volte può capitare di non saperlo ma iniziare a pensare in quali momenti della giornata si avverte di piu quest’emozione può essere un punto di partenza.

3. Dare un nome. È la tristezza, è un’emozione spiacevole! Se sei tu a essere triste, puoi concederti qualche minuto per metterlo a fuoco: “e va bene, oggi sono triste!”; Se si tratta di qualcuno a te vicino e la sua esperienza ti ricorda qualcosa puoi dirglielo: “Io in una situazione simile, mi sento triste. Anche per te è cosi?” Puoi dirglielo, l’altro non si sentirà un alieno, avrà un esempio che la tristezza si può attraversare e superare.

4. Rispondere al bisogno: tutto quello che puoi fare per l’altro è essere presente ed esprimere comprensione e sostegno (talvolta attraverso un abbraccio, talvolta no). Hai già qualche idea su come puoi sostenere te?

5. Regolare l’intensità: a volte questa emozione ci sommerge. anche in questo caso, la tua presenza può essere contenitiva; senza svalutare puoi aiutarlo a dare proporzione a ciò che accade. In altre parole, quello che funziona nella relazione con te stesso quando sei triste o con qualcuno accanto a te, non è tanto pretendere di modificare l’emozione ma starsi vicino e darsi il permesso di esprimerla. Non serve “aggiustare” l’umore dell’altro (o di stessi) con prediche o consigli non richiesti ma, semplicemente essere consapevoli di quello che si sta vivendo. Il messaggio che inviamo a noi stessi e agli altri è “sono qui, ti ascolto. Tu puoi affrontare quanto è successo”.

Ed è quello che ti dico anch’io: sono sempre qui pronta ad ascoltarti. Ti senti triste? Ti fai sopraffare da questa emozione oppure non sai come gestirla al meglio? Scrivimi!

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Psicologa delle relazioni interpersonali. Amo accogliere e accompagnare verso il cambiamento le persone che attraversano un momento critico.

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