Settembre è il mese in cui ricominciamo: ricostruiamo la nostra routine, iniziamo la palestra, ci iscriviamo a quel nuovo corso che rimandiamo da tanto tempo, ci inseriamo in un nuovo gruppo. È un mese carico di aspettative -le nostre, su noi stessi-, di buoni propositi, di desideri di cambiamento e qualche volta anche di ansia, visto che è denso di inizi.

Nel giro di poche settimane abbiamo saputo saturarci nuovamente di impegni per ricominciare ad accumulare stress? È già arrivato il momento in cui le vacanze sono un lontano ricordo e possiamo tornare a dire “non ho tempo”? E soprattutto: ha ancora senso per noi relegare solo alle ferie il tempo per noi stessi?

Ho osservato gli inizi di molte persone intorno a me in queste settimane, mentre ho incontrato la mia fatica a ricominciare, a lasciare andare i tempi per non fare niente della mia pausa estiva: c’è un modo per riappropriarci del nostro tempo conquistando una relazione gentile con le nostre risorse, in modo da riuscire a fare spazio a tutti quei bisogni che impariamo a riconoscere, anche quelli più piccoli ed elementari come dormire, riposare, leggere, fantasticare o semplicemente concederci il lusso di non fare niente?

Possiamo tenerli presente in questi momenti in cui pianifichiamo e ristrutturiamo la nostra routine?

 

Riconoscere la fatica di iniziare

Alcuni fra noi vivrebbero di inizi, di innamoramenti, di prime pagine e intense emozioni: per loro iniziare è facile, eccitante, gioioso. Per altri come me iniziare è faticoso: le prime cinquanta pagine di un libro, il primo appuntamento con un gruppo, i primi due minuti di telefonata con uno sconosciuto, il primo colloquio con le persone che mi chiedono aiuto; i primi momenti dentro una nuova storia richiedono sempre più energie.

Per tutti, implica un processo di apprendimento di cose nuove, la necessità di mappare le novità che scopriamo dentro lo spazio tra noi e gli altri. Per questo a volte c’è una qualità di agitazione e ansia dentro gli inizi.

Dovremmo tenerne conto come si fa con i bambini ad ogni nuovo ciclo di scuola: si prevede un periodo per l’inserimento, un tempo dentro il quale costruiscono abitudini prendendosi il tempo di sentirsi sicuri. Noi grandi non lo facciamo, ci tuffiamo nelle cose a testa in giù, spesso con la pretesa di iniziare alla grande e ottenere i risultati che le nostre aspettative hanno stanziato.

Cosi, se ci accorgiamo di esserci comportati come genitori sbrigativi e pretenziosi con noi stessi, possiamo sempre fermarci ad assicurarci se c’è qualche parte di noi che sta facendo fatica ad ambientarsi nelle abitudini, se è affaticata o demotivata, se desidera qualcosa di diverso o semplicemente vuole rallentare, anche se è Settembre.

Accorgerci sia dell’entusiasmo, sia della fatica può aiutarci a entrare nelle esperienze con più consapevolezza: c’è una qualità di sforzo o di lotta nel nostro ingresso alla routine o alle cose nuove? e, se c’è fatica, come ci stiamo affaticando? cosa ci diciamo per metterci in difficoltà?

Coltivare queste domande può aiutarci a riacquistare padronanza del nostro tempo e delle nostre abitudini, includendo attenzione e ascolto ai nostri bisogni, momento per momento.

 

Fare amicizia con il tempo: l’equilibrio tra accelerare e rallentare

Non c’è nessun problema nell’iniziare con grande energia, accelerando. Va bene se lo scegliamo con intenzionalità, cavalcando l’onda delle nostre energie: se rispettiamo il nostro tempo interno -del corpo e della mente-  e se ci impegniamo a scegliere la velocità adatta per noi sia per mantenerci vitali, sia per condurre le nostre attività.

Quest’estate mi sono imbattuta in un profilo Instagram che raccoglie attimi di “vita lenta”, un rasserenante angolino online che invita ad assaporare piccoli momenti -della vita di altri- in cui procediamo senza l’attitudine del fare, ma con l’intenzione di stare. Mi sono chiesta quanto spazio c’è per questi momenti nelle nostre giornate e che valore o significato diamo a quel tempo.

Il punto non è neanche aspirare a fare tutto lentamente -perché nelle nostre giornate non è sempre possibile- ma quello di imparare a trovare un equilibrio saggio tra attività e riposo, tra lavoro e tempo libero, tra tempo per gli altri e tempo per noi, tra il tempo del dovere e quello del piacere.

La strada per trovare questo equilibrio magico non è teorica ma è la pratica di ascoltare il corpo. Ritornare ai sensi per ascoltare il corpo, le sensazioni fisiche, emotive e i nostri pensieri. Abbiamo bisogno di più presenza, non di un tempo supplementare.

Cosi, per ancorarci alla pratica ed allenarci all’ascolto, riprendiamo i nostri appuntamenti mensili gratuiti su Zoom per gli iscritti alla newsletter; questo mese ci troviamo il 30 Settembre alle 19 e parliamo di Come trovare il tempo per noi e come abitarlo senza sensi di colpa. Ti aspetto per trovare uno spazio di riflessione e di pratica insieme. Puoi iscriverti qui per ricevere il link e accedere nella nostra stanzetta su Zoom.

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Psicologa delle relazioni interpersonali. Amo accogliere e accompagnare verso il cambiamento le persone che attraversano un momento critico.

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