Non so quale sia la tua relazione con il futuro , ma dal mio piccolo osservatorio mi sono accorta che il modo in cui pensiamo e ci relazioniamo alla vita che ci aspetta condiziona molto il nostro modo di stare con noi stessi.
A volte il nostro presente può essere fagocitato da molti pensieri preoccupati che riguardano il domani e può accadere che sentiamo un sottofondo di sollecitudine o ansia: vogliamo organizzarci la vita, stanziamo un piano e un obiettivo dopo l’altro e poi ci adoperiamo per raggiungerli. Uno alla volta, obiettivi che sentiamo nostri e altri che pensavamo fossero nostri fino a quando magari ci fermiamo a domandarci ma è proprio quello che voglio?.
Del futuro possiamo avere anche paura, se lo pensiamo come una trappola che ci blocca in una forma inautentica: non è questo che ci succede dentro quando preferiamo vivere alla giornata, frequentare qualcuno senza farci tante domande?
Chi invece attraversa un momento difficile e si sente depresso non vede molto futuro, non ha in mente un domani interessante in cui darsi appuntamento; e siccome non scorge il domani, neanche l’oggi ha cosi tanto senso, gli manca un perché, lo ha perso.
Il nostro bisogno di futuro
Eh, ma la cosa importante non è imparare a vivere il momento presente, il qui e ora, perché il passato è già successo e il futuro non esiste ancora?
Si certo, ma per stare sufficientemente bene ed essere presenti alla nostra vita abbiamo bisogno di pensare un certo futuro, sentirlo possibile, edificabile non predetereminato, interessante, auspicabile. Abbiamo bisogno che ci offra una direzione verso cui andare, che ci motivi a racimolare tutte le nostre energie di oggi per fare quello che dobbiamo fare, e per sentire che ha un senso.
Esiste dunque un momento nella nostra vita in cui ci fermiamo a pensarci, a sentirci nel presente e sognarci nel futuro (fra tre, cinque, dieci anni)?
Se la quotidianità ci schiaccia o ci trascina può capitare di perdere di vista noi stessi. Ci vuole proprio un momento dedicato in cui mettere a fuoco le nostre intenzioni, in cui possiamo fermarci a chiedere a noi stessi perché sto facendo tutto questo? sono felice? e se no, cosa sento che manca?
Se ci regaliamo questo appuntamento con noi stessi possiamo acquistare un po’ di visione.
Non si tratta di fare piani dettagliati o di raggiungere alcun risultato ma di entrare in intimità con il nostro desiderio e chiedere poi alla parte più saggia di noi di trovare creativamente strade per realizzarlo.
Con un piccolo gruppetto inizieremo a farlo, nel prossimo appuntamento di Paesaggi interiori: il tema della giornata di mindfulness e trekking sarà appunto “Sognati, guardati con affetto”. Scriviamo e camminiamo per mettere in ordine i pensieri ed incontrare faccia a faccia i nostri desideri di oggi. Coltiviamo la fiducia che diventino domani: non ti sembra bellissimo?
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Ci becchiamo…in questi giorni!!! =)