Ciao Anna, quanto ti ha aiutato aver scelto di farti aiutare nella tua difficoltà?
Direi sicuramente un 5 su 5
Quali benefici stai traendo da questo percorso? Quali cambiamenti vedi nella tua vita quotidiana?
Sono tanti i benefici che ho tratto dal percorso individuale. Ne menziono due, che considero molto importanti:
- mi hai spinto a ridare voce e utilizzare il mio intuito e il mio acuto senso di osservazione;
- mi hai insegnato a dare valore a me stessa, a concedere spazio ai miei bisogni e desideri senza sentirmi (troppo) in colpa.
Qual è la cosa che senti ti ha aiutato di più/ ti è stata più utile fino ad ora nel tuo percorso?
Ho cominciato il percorso individuale perché la mia cronica mancanza di autostima mi stava facendo vivere molto male. Adesso mi apprezzo di più, e guardo con più dolcezza me stessa e i miei punti deboli.
Cosa trovi adatto a te del mio metodo di lavoro?
Trovo molto utile la tua capacità di ascoltare quello che dico, di aiutarmi a riordinarlo rendendo i miei pensieri più leggeri. E poi, quando te lo chiedo, mi aiuti a vedere il mondo da una prospettiva diversa e questo mi permette di allargare la visuale e il cuore.
Racconta il tuo percorso con un’immagine, anzi due: una che rappresenta te all’inizio ed una che ti rappresenta adesso!
Le due immagini sono ambientate nella stessa stanza della mia casa: l’ingresso. All’inizio del percorso individuale ero rannicchiata in un angolino della stanza e adesso sono in piedi sulla soglia. Non sono ancora uscita da casa ma spero di farlo presto.
Se anche tu stai affrontando qualche difficoltà e senti che hai bisogno di un po’ di aiuto, contattami. Insieme troveremo il modo migliore per superare questo ostacolo nel tuo percorso, e ripartire. E se vuoi saperne di più sui percorsi individuali qui trovi quelli su skype e qui quelli dal vivo.
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![[Storie sul comodino] Essere madri ci espone di continuo all'esperienza di anteporre ai nostri bisogni quelli dei nostri figli. Ragionevolmente, se è una scelta consapevole e transitoria.
Poi succede che, presi dalla brama di fare bene, di essere supergenitori, preparati, competenti ed informatissimi-su-tutto, questo compito può diventare una vera e propria performance. Una prestazione che serve a noi: a dirci bravi, attenti, capaci di fare sempre la scelta giusta per nostro figlio. Per non sentirci in colpa. Ma spesso la raccontiamo e viviamo coltivando il mito del sacrificio: "lo faccio per te", diciamo ai nostri figli, "lo faccio per lui/lei" diciamo a noi stesse.
Così spesso confondiamo i bisogni del figlio con quelli nostri, ci dimentichiamo e non legittimiamo i nostri bisogni.
E se invece tenessimo a mente che in ogni diade madre-bambino abbiamo il dovere di fare stare bene entrambi? Che il nostro primo dovere nei confronti dei figli è offrire loro degli adulti interi, appagati e consapevoli? Adulti che hanno una vita interessante a cui tornare presto o tardi che li rende modelli di felicità anziché di sacrificio?
Perché, come dice la collega @lastefiandreoli in questo saggio prezioso, "ai figli non serve una mamma perfetta che sappia sempre cosa fare. Serve una mamma consapevole che sappia perché - e per chi - fa quel che fa".
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