Forse lo hai già sperimentato: la critica è uno dei virus che possono danneggiare e impoverire di più la relazione di coppia.
Criticarsi fra partner è un’abitudine insidiosa perché distrugge proprio quella sensazione di essere al sicuro in quella relazione: d’improvviso quando ricevi una critica lo scenario emotivo diventa intenso e ti invita a difenderti per proteggere un aspetto di te. E poi chi meglio del proprio partner sa toccare quei punti di maggiore vulnerabilità? Ecco, attacco e vulnerabilità chiamano in causa uno scenario di competizione e difesa, e non certo di intimità e sicurezza.
Ma esiste un modo per non dare molto spazio a questi meccanismi e utilizzarli come punto di partenza – difficile – per avvicinarsi piuttosto che allontanarsi?
In questo post ti avevo aiutato a distinguere la lamentela dalla critica, per invitarti ad esprimere cosa ti piace (e cosa no) senza essere critico o svalutante nei confronti dell’altro. Oggi voglio aiutarti a gestire una critica se sei nella posizione di chi la riceve.
Ma prima però fermiamoci un attimo a vedere cosa succede in quei momenti. Cosa facciamo in genere quando subiamo un attacco? Contrattacchiamo, entrando nel merito dei contenuto della questione oppure al contrario ingoiamo agghiacciati senza darci la possibilità di far presente quello che stiamo sentendo. In entrambe le reazioni però produciamo distanza, che utilizziamo per proteggerci da quello che ci ha fatto male nello scontro con l’altro.
Come fare a reagire per produrre vicinanza proprio in quel momento? Lo so è difficile e non voglio darti suggerimenti semplicistici, ma voglio aiutarti a tenere in considerazione alcune cose che possono aiutarti in quel momento.
A me aiuta spesso pensare alla storiella che viene raccontata su Buddha che reagisce pacatamente ad un’offesa ricevuta da uno sconosciuto, la conosci? Fermati un attimo a sentirla perché secondo me può esserci utile per capire delle cose importanti.
L’aneddoto che viene tramandato racconta che uno dei suoi allievi dopo aver assistito alla scena chiede al maestro come mai avesse permesso a quello sconosciuto di trattarlo così e lui risponde:
“Se una persona viene da te con un regalo e tu non lo accetti, a chi appartiene il dono?”
“Alla persona che ha cercato di regalarmelo”, rispose l’allievo.
“Ecco, lo stesso vale per l’invidia, la rabbia e gli insulti”, aggiunse il maestro. “Quando non li accettiamo, continuano ad appartenere a chi li portava con sé”.
Ecco c’è qualcosa che possiamo imparare da questa storiella:
- la critica ci fa male se la accettiamo (da qualche parte di noi, ci mettiamo in dubbio su quella data cosa? Quale aspetto di noi va a toccare la critica? Che giudizio abbiamo noi su quell’aspetto di noi stessi?)
- siamo noi ad accettare la critica tutte le volte che la lasciamo entrare contrattaccando (“adesso ti spiego che non è così ma anzi è coli”) o ingoiandola nel silenzio (Non ti rispondo ma continuo a pensare a quello che mi hai detto sentendomi arrabbiato/triste/deluso ecc…)
- Se non la accogliamo, possiamo fermarci ad osservare meglio l’altro, il regalo e l’effetto che ci fa.
Vediamo insieme come?
La persona che in quel momento usa un linguaggio critico si mette in una posizione di superiorità per esprimere delle valutazioni, il proprio sentire (disprezzo, disapprovazione ecc..), suggerimenti non richiesti, o norme rispetto a come si debbano fare determinate cose. Stereotipicamente si comporta come farebbe un genitore quando si mette nella posizione di correggere qualcosa che non va, per insegnare come si fa una data cosa. L’aspetto delicato però è che quando l’altro assume questo atteggiamento, noi tendiamo ad assumere quello del bambino che si adatta, subisce, si giustifica o al contrario si ribella con tutte le sue forze.
La reazione più spontanea in entrambi i casi è quella di entrare nel merito del contenuto della critica innescando il conflitto. Rispondendo cosi perciò “accogliamo il regalo” mantenendo il meccanismo di accuse/difese o controaccuse.
Qui ti propongo invece di fare una cosa diversa: di spogliare il giudizio del suo potere di ferirti automaticamente e utilizzarlo come via d’accesso per scoprire qualcosa del tuo partner. Qual è il messaggio nascosto che contiene la critica del tuo partner? Cosa ti sta dicendo di se il tuo partner mentre ti critica? Di cosa ha bisogno lui o lei rispetto alla questione che solleva?
La sfida quindi è scoprire il bisogno che si nasconde dietro a ciascuna critica per tornare a parlare in modo
più diretto ed intimo fra voi. Facciamo un esempio:
Il tuo compagno ti accusa di essere inaffidabile ed egoista. Prima di entrare nel merito, fermati un attimo a
scoprire:
- I fatti: a quali fatti si sta ancorando per formulare questo giudizio? Ti è chiaro a cosa si riferisce? Ad esempio: Ti sei dimenticata di comprare una cosa che ti aveva chiesto oppure Ti sei dimenticata di chiamarlo dopo un importante colloqui a lavoro
- I valori/ le priorità/ i suoi tasti dolenti: quali aspetti imprescindibili per il tuo partner vengono toccati dall’accaduto? Ad esempio: Lui crede fermamente che “le promesse si mantengono! Prima il dovere e poi il piacere” oppure “L’amore si dimostra con piccole attenzioni”
- Le emozioni: cosa sente rispetto a questo che è avvenuto? Ad esempio, “Si sente trascurato ed invisibile, non importante quando l’altro non tiene conto dei suoi bisogni”
- I suoi bisogni: di cosa ha bisogno quando si sente trascurato e invisibile? Ad esempio: di un gesto concreto che gli faccia comprendere di essere stato pensato.
Ecco, il giudizio “sei inaffidabile ed egoista” può essere spogliato – con un po’ di fatica e un po’ di tempo – del suo potere distruttivo per comunicare un messaggio più intimo e utile come “mi sono sentito trascurato oggi perché ti sei dimenticato di questa cosa importante per me”.
Che ne dici di continuarti ad allenare su questo? Ho preparato per te una griglia per continuare ad esercitarti su questo: mettere nero su bianco le critiche ricorrenti che ricevi e prenderti il tempo per scoprire il messaggio nascosto può esserti utile. Lo trovi nell’ Angolo delle risorse. La chiave per accedere la ricevi iscrivendoti alla newsletter. E se hai domande mi trovi sempre qui.
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