I capricci e le proteste dei nostri figli ci attivano e ci invitano a mobilitare molte energie. Spesso ci affatichiamo di fronte alle loro emozioni intense, sentiamo la necessità di definire limiti e correggere comportamenti, desideriamo trovare una soluzione che “aggiusti” il loro umore.

Ma quando rispondiamo in modo pragmatico alle loro esplosioni emotive trascuriamo il cuore dell’esperienza: cosa sta succedendo dentro di loro in quel preciso momento.

Per aiutare i nostri figli a modulare i loro comportamenti dobbiamo aiutarli ad affrontare i loro sentimenti. Oggi vediamo come gestire le loro proteste, portando la nostra attenzione prima su quattro cose che non funzionano e che complicano la situazione in quei momenti; poi, siccome la mente funziona per contrapposizione, sgombrato il campo dalle interferenze, mettiamo in luce anche delle alternative che possiamo iniziare a sperimentare da subito.

 

Cosa non aiuta i nostri figli quando sono inondati dalle emozioni

  1. Una cosa che non aiuta è fare la predica o dare una lezione proprio nel momento di grande reattività di nostro figlio: prendiamoci il tempo di aiutarlo a far defluire l’inondazione emotiva e diamogli il tempo di ritornare recettivo.
  2. Evitiamo di etichettare i suoi comportamenti o quello che sente; “Forse sei solo un po’ stanco!”, “Ecco, tu sei sempre pigro” sono attribuzioni e significati -nostri- che non lo aiutano a comprendere cosa sta succedendo dentro; non gli danno più informazioni su cosa ha innescato quella reazione o quella protesta.
  3. Non funziona neanche negare o svalutare le emozioni dei nostri figli: ad esempio, dire “Non piangere, non c’è nulla di cui disperarsi, non sta succedendo nulla” a noi in quel momento sembra un modo per consolare con la logica ma il messaggio che trasmettiamo è che “non è legittimo/non ha senso quello che sta sentendo”.
  4. infine, un’altra cosa che dovremmo fare attenzione ad evitare è ignorare i nostri figli in quel momento in cui hanno una crisi emotiva. Dire loro frasi come “Non voglio sentirti, quando ti calmi, ne riparliamo!” significa lasciarli soli proprio in quel momento in cui sono in difficoltà a regolare le loro emozioni e i loro comportamenti.

Queste modalità non funzionano perché sono reazioni al loro comportamento esteriore che per noi costituisce un problema. Quello che ci aiuta invece è sintonizzarci -tutte le volte che ne abbiamo le energie- con il loro malessere interiore nel momento in cui stanno protestando. Portare l’attenzione su questo aspetto in genere ci aiuta ad abbassare il volume della loro protesta.

 

L’alternativa è imparare a sintonizzarci con quello che sentono

Vediamo allora cosa possiamo fare per entrare in sintonia con il loro vissuto e, subito dopo, regolare il loro comportamento:

  1. Accogli e conforta tuo figlio rispetto a quello che sta vivendo. Non servono tante parole ma bastano gesti che trasmettono il messaggio che siamo disponibili ad avvicinarci a quello che stanno sperimentando. Quando riusciamo ad accogliere e confortare, nostro figlio recepisce il messaggio “sono qui, ti ascolto, raccontami”. Avvicinarci, abbassarci, incontrare lo sguardo, chiedere cosa sta succedendo in quel momento sono tutti gesti che aiutano a realizzare questa intenzione.
  2. Legittima la sua reazione emotiva: immedesimati in quello che sta vivendo e ascolta insieme a lui come ti sentiresti tu nella stessa situazione, dalla sua prospettiva. Prenditi il tempo per metterti nei suoi panni e farlo sentire sentito e compreso rispetto alla sua esperienza.
  3. Ascolta: smetti di parlare e di voler aggiustare il suo umore e inizia ad ascolta la sua narrazione. Non aggiungere dettagli o spiegazioni: incuriosisciti della sua narrazione e aiutalo a metterla in ordine.
  4. infine, rispecchia: immagina di essere uno specchio gentile e rimanda tutto quello che hai osservato. Nella sua breve narrazione avrai raccolto un po’ di informazioni rispetto a qual è lo stimolo che lo ha attivato e fatto esplodere, reso triste, spaventato e anche come ha reagito lui. Rispecchia con parole semplici quello che hai osservato: ad esempio, potresti dire “ti arrabbi quando qualcuno ti prende i giochi senza chiederti il permesso”.

Quando riusciamo a sintonizzarci sulle loro emozioni aiutiamo i nostri figli a regolare le loro emozioni e a scegliere quale comportamento è più adatto per soddisfare il loro bisogno di quel momento.

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Psicologa delle relazioni interpersonali. Amo accogliere e accompagnare verso il cambiamento le persone che attraversano un momento critico.

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