Qualche giorno fa una persona mi ha chiesto una consulenza a partire da una domanda che stava ponendo
a se stessa da tempo, e soprattutto che le generava una spiacevole sensazione di esasperazione e di confusione. Qual era questa domanda?  Questa: “Litighiamo sempre per le stesse cose (con il mio compagno) ma non riusciamo a lasciarci. Come faccio a capire se siamo davvero incompatibili?”

Riprendo qui il tema perché nella mia esperienza questa domanda mi è stata posta molto spesso, e magari te la stai ponendo anche tu.

Ci sono due questioni ricorrenti in questa domanda, vediamole una per volta.

Perché litighiamo sempre per le stesse cose

Ogni coppia possiede dei punti di aggancio che sono costituiti da dei bisogni che ciascuno dei due sazia, grazie a quell’incontro. Ma possiede anche delle ferite di cui si prende cura proprio grazie a quella stessa relazione. Questi
punti di contatto spesso sono proprio come delle cerniere: uniscono e dividono la coppia allo stesso tempo.

Litighiamo spesso sempre per le stesse questioni, per gli stessi motivi, proprio perché tocchiamo sempre i nostri tasti dolenti, quei temi che per la nostra storia hanno dei significati salienti. I pretesti dello scontro sono gli stessi, è vero; e questo spesso avviene perché è difficile portare a galla il significato personale che ha per noi quell’argomento o quel modo di reagire in relazione. E rimane perciò nascosto, lasciando fuori dalla coppia anche quel tema che riteniamo delicato, la ferita che quel discorso va a punzecchiare. Così reagiamo automaticamente a determinate situazioni e iniziamo a discutere avviando una escalation ripetitiva.

Il lavoro terapeutico, sia individuale (in cui si affronta un tema che riguarda le nostre relazioni significative) sia di coppia, va proprio in questa direzione: scoprire i significati specifici che attribuiamo a quei pretesti che ci fanno scattare nelle conversazioni per diventare consapevoli dei temi delicati che innescano dentro di noi.

Perché non riusciamo a lasciarci

La seconda questione ovvero “perché non riusciamo a lasciarci” è figlia della prima e riguarda proprio quel meccanismo di aggancio. Facciamo un esempio: “quando litighiamo per temi che riguardano le nostre famiglie di origine, lui mi attacca offendendomi”. Se qualcuno ti osserva da fuori potrebbe pensare: “Ma se lui è cosi svalutante e offensivo nella maggioranza degli scambi, perché non lo lasci?”. E magari questa è una cosa che hai pensato anche tu, anche se in altri momenti hai pensato anche “Ci sono cose che non vanno ma so bene che lui/lei mi ama davvero!”, o anche “Non lo so, non ce la faccio neanche a pensarmi senza di lui/lei”.

Ecco, non riusciamo a sganciarci da quelle esperienze quando noi per primi reggiamo una parte del gancio – per qualche aspetto della nostra storia – fissato saldamente a quell’aspetto dell’altro che detestiamo.

Quindi tollerare quella svalutazione, quell’attacco, è un’esperienza che avviene nella coppia se ciascuno dei due partner ha familiarità con questo stile relazionale (perché ha imparato ad essere trattato così o perché tratta se stesso in quel modo). È un incastro perfetto – anche se tossico – in cui ciascuno collabora con un aspetto della propria storia che fungono dalle maglie di una catena.

Non riuscire a sottrarsi da una situazione che ha un livello di alta conflittualità spesso fa pensare ad un’esperienza simile alla dipendenza. Affettiva. E come tutte le dipendenze so che qualcosa mi fa male, ma oscillo tra l’appagamento e la mancanza; tra la svalutazione e il riconoscimento dei rischi che comporta. E poi sperimento anche la “crisi d’astinenza” in cui svaluto gli effetti collaterali della sostanza in questione. Quando ciò avviene in una relazione tendiamo a pensare che quella situazione sia “normale conflittualità” e che “bisogna imparare a tollerare questo costo in cambio di un po’ di equilibrio o della soddisfazione dei nostri bisogni.”

Come uscirne? Dipende: ogni persona e ogni esperienza è unica. Se suoi scoprire la strada giusta per te, in questo video, ti racconto come lavoro durante un colloquio, sulla base della richiesta che la persona fa a partire dalla situazione disagevole per poterla trasformare in un obiettivo di esplorazione o cambiamento su cui possiamo davvero lavorare.

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Psicologa delle relazioni interpersonali. Amo accogliere e accompagnare verso il cambiamento le persone che attraversano un momento critico.

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