Oggi parliamo di delusioni e tradimenti, due esperienze che prima o poi purtroppo facciamo tutti nella vita.

Ho affrontato questo tema in una puntata del podcast che trovi in alto e ne è nata una conversazione con alcuni di voi su diversi aspetti della questione. Così vorrei tornare qui, per riprenderli insieme, non tanto per dare risposte definitive su “cosa è giusto e sano psicologicamente” ma per ampliare la conversazione e approfondire ancora un po’ un tema tanto spinoso. Ho pensato perciò di riportare qui -garantendo l’anonimato- alcuni stralci delle esperienze degli ascoltatori. Partiamo dalle esperienze e mettiamole insieme alla teoria, cosicché possano illuminarsi a vicenda.

Di quale delusione e di quale tradimento stiamo parlando?

Quando parliamo di questo tema, ciascuno di noi fa i conti con la propria esperienza di delusione e con la propria definizione di tradimento.

Il tradimento è solo sessuale? è sufficiente un coinvolgimento affettivo? riguarda sempre la presenza di un terzo? Un’ascoltatrice dice:

Ora come ora è un argomento che mi ferisce molto. Però mi hai fatto riflettere quando parli di “tradimenti silenti”. Effettivamente è vero, se ci guardiamo indietro.. ci son diverse cose “non dette” e fenomeni di trascuratezza che nel rapporto hanno portato a tradire quel patto d’amore. Solo che spesso non li vediamo, perché siamo presi da altro.. ma credo sia importante imparare ad ascoltarsi di più. (G.M)

 

Le esperienze delle persone che ascolto dicono che spesso ci sentiamo traditi anche se non esiste un terzo ma succede qualcosa che distoglie lo sguardo e l’attenzione dalla connessione intima fra i partner. Alcune persone sono più sensibili all’aspetto fisico che per loro fa da discriminante al tradimento, altre al coinvolgimento affettivo. Ma forse la questione di fondo che accomuna esperienze molto diverse rimane questa: si incrina il patto e il senso della fiducia tra i due. Tutto il resto sono conseguenze ed elementi che si possono presentare oppure no: si indebolisce la qualità del contatto e il senso di connessione, distogliamo lo sguardo, si genera un segreto da mantenere, si presentano comportamenti dettati dalle gelosia o dall’essere rifiutati.

E la delusione?

Spesso sento dire “mi ha deluso, (Lui/lei) è stata una grossa delusione”. Come se è stato qualcosa che dipende dall’altro a farci sentire cosi. Ecco, se ti è capitato di pensarlo, ti invito a ripensarci: la delusione, come tutte le emozioni, è nostra. Anche se viene innescata da un comportamento dell’altro, riguarda quello che è successo dentro di noi. Quando ci innamoriamo ci dirigiamo verso l’altro mossi da tutte le cose che ci piacciono ma anche da una fame nascosta, da un sacco di aspettative e desideri sotterranei. Ci facciamo l’idea di poter soddisfare questa fame attraverso l’altro e ci “illudiamo” che l’altro sappia corrispondere a questa attesa di felicità.

La delusione, anche se è una guastafeste dolorosa, ci aiuta a vedere le nostre aspettative e anche il nostro modo di illuderci talvolta. Ci aiuta a fare un po’ di pulizia e restituisce pezzetti di verità e di realtà a noi stessi e all’altro.

Immaginala cosi la delusione: come una luce che si accende e che ha il suo interruttore dentro di noi; lo governiamo dall’interno con la nostra tendenza ad illuderci e riporre nell’altro aspettative che parlano di noi e dei nostri bisogni insaziati. Possiamo perciò fermarci a chiederci: come mi sono illuso (e poi deluso) in questa esperienza?

Come ci proteggiamo dalla paura della perdita: gelosia e controllo

Uno di voi mi scrive:

Se uno controlla o è geloso è perché ha ragione di esserlo! In passato ho avuto delle ragazze che mi davano modo di essere geloso. Adesso in realtà la mia fidanzata non fa nulla di particolare che mi dà motivo di esserlo ma io ho paura che possa ricapitare di cedere alle avances di altri. Come fare?”

È un sentire molto comune questo e vorrei dare qualche spunto per fare un po di chiarezza.

La reazione emotiva naturale quando abbiamo paura di perdere l’amore e le attenzioni di qualcuno è sentirci gelosi. Cerchiamo sicurezza per tutta la vita ed soprattutto nelle relazioni affettive funzioniamo cosi: vogliamo essere sicuri che l’altro ci ami. Se vacilla questa certezza ci sentiamo in pericolo, sentiamo la gelosia e possiamo reagire in modo possessivo. Quello che facciamo in risposta alla gelosia, il comportamento che mettiamo in atto, però è una nostra scelta, una nostra responsabilità. Spesso confondiamo il piano del sentire con quello dell’agire fino a farli coincidere e le cose diventano più complicate. Voglio dire: sentire la gelosia è naturale e quando la sentiamo possiamo chiederci: cosa posso fare per ascoltare questa paura e prendermene cura?

Un altro vostro commento dice:

Sorrido quando si parla di controllo del cellulare perché credo chi lo fa ha già perso la fiducia, e ne cerca le prove. Sarebbe importante, prima ancora di farlo, dirsi cos’è che non va…quali sono tutti quegli aspetti “strani” che portano ad interrogarti e condividerli con l’ altro, se davvero si è interessati a risanare la propria relazione. A volte però, in quei momenti sembra più importante scoprire di essere traditi piuttosto che capire perché l’altro è allontanato!

Anche la gelosia può aiutarci a guardarci dentro. Se la usiamo come specchio verso l’interno e ci prendiamo il tempo ascoltarla e poi scegliere come utilizzarla.

Tradiscono solo le persone che vivono relazioni infelici?

Tendiamo a pensare ragionevolmente cosi. Ma le esperienze sono più ricche delle nostre semplificazioni; anche una di quelle che è arrivata negli scorsi giorni nella mia casella email:

Ho ascoltato questo episodio e mi ha acceso dentro un sacco di questioni. Non ti nascondo che ho fatto questa esperienza anche se tra me e mio marito il rapporto fila liscio, lo amo come il primo giorno, sto bene con lui però mi manca l’altro. Come devo risolvere questa situazione?
Mi sento male nei confronti di mio marito che non lo merita. Si dice che chi tradisce lo fa perché non ama e non sta bene con l’altra persona…io vi posso assicurare che non è così, a mio marito lo risposerei altre 100 volte. Vorrei un consiglio e soprattutto: perché mi sta succedendo questo? (F. R.)

E poi ancora:

Volevo chiederti: quando un tradimento è patologico?

Rispondiamo si alla prima domanda se pensiamo che il tradimento sia la risposta ed una carenza, un “sintomo” di una relazione difettosa o di un equilibrio difettoso (di una patologia) di uno dei due partner. In molti casi è certamente vero.

Tuttavia, l’esperienza del tradimento è molto più complessa ed è un luogo comune pensare che tradiscano solo le persone che vivono relazioni di coppia infelici. Ed è una semplificazione pensare che sia sempre un comportamento patologico. L’invito che faccio sempre in questi casi è di andare oltre le etichette per incuriosirci dei significati: perché l’ha fatto? perché lui o lei? perché proprio adesso? com’è andata? cosa ha significato?

Ci sono tanti significati quante le storie delle persone che si trovano dentro questa esperienza. Esplorare a fondo quello che sta succedendo in in quel momento dentro può essere un punto di partenza per scoprire quale bisogno soddisfa. Se sgomberiamo il campo, per un momento, dalla questione morale o dalle etichette psicologiche, possiamo scoprire che a volte dietro questa esperienza c’è anche una ricerca o la scoperta di alcune parti di noi, di una nuova (o perduta) identità.

E tu che sei arrivato fin qui a leggere che cosa pensi della delusione e del tradimento? Che esperienza hai fatto? Che cosa sei stato invitato a ripensare?Raccontami se ti va scrivendomi in privato o commentando la puntata del podcast:  la tua esperienza arricchisce la conversazione.

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Psicologa delle relazioni interpersonali. Amo accogliere e accompagnare verso il cambiamento le persone che attraversano un momento critico.

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