Qualche settimana fa mi sono presa un po’ di giorni di ferie per staccare da tutto e riprendere fiato. Devo dire che i giorni dedicati all’ozio, per una curiosa come me, sono sempre un ottimo incentivo per osservare. La prima persona che ha calamitato la mia attenzione era una vicina di alloggio che ha trascorso tutto il tempo al cellulare e al pc, passava da un device all’altro senza tregua, anche nell’orario dei pasti. Non ho sbirciato: questa scena avveniva davvero di fronte al nostro terrazzino. Mio marito l’ha subito soprannominata Steve (Jobs) ed ha aggiunto, con ironia,che quella donna doveva avere fra le mani le sorti del pianeta.

Lo so, forse questo è un esempio davvero eccessivo che può sembrati molto distante da te, ma io credo che talvolta può capitare qualcosa di simile a ciascuno di noi. Il periodo delle vacanze dovrebbe servire, come dice la stessa parola, a fare il vuoto, a svuotare la mente e le nostre giornate dal sovraffollamento di impegni, di pensieri e responsabilità. La verità però è che, anche quando tra mille difficoltà, riusciamo a concederci una pausa, non sempre sgombriamo la mente dal troppo pieno che c’è.

Troviamo sempre qualche ostacolo che ci impedisce di mollare davvero con i doveri e goderci quel tempo libero, quel vuoto. Raramente sono richieste esterne che ci impediscono di riposare, sono quasi sempre le nostre richieste interne che non ci danno tregua, ovvero il nostro atteggiamento verso quelle questioni esterne e quello che ci diciamo per rimanere all’erta.

E non è raro che proprio quando ci fermiamo finiamo per cedere anche fisicamente perché il nostro corpo inizia a farsi sentire. Qualche giorno fa una cliente  mi diceva “mi sono ammalata nell’unica settimana di vacanza di tutto l’anno!“, stupita e irritata da questa che, le sembrava, un’antipatica coincidenza.

Fare il vuoto

In fondo quel vuoto che si crea nel tempo libero può metterci a disagio. Viene a galla la paura di quello che potrebbe succedere se smettessimo di controllare e monitorare tutto; e poi paura di non sapere cosa fare con quelle sensazioni scomode che sentiamo e di rimanerne travolti.

E’ per questo che in estate, quando siamo meno occupati a fare, iniziamo a pensarci e sentirci di più, vengono a galla più conflitti con le persone a noi più vicine e, deve essere per lo stesso motivo, che arrivano anche più richieste di iniziare un percorso di psicoterapia.

Oziare è necessario come mangiare e dormire: non significa perdere tempo anche se spesso ci sembra cosi quando fanno capolino i sensi di colpa. Anzi, al contrario, oziare ci permette di guadagnare lo spazio necessario per riflettere, guardare le cose dall’alto, ascoltarci. Il punto è che, se la nostra mente rimane occupata, non riusciamo ad oziare, a svuotare e in definitiva a riposare.

 

Come fare per svuotare e rigenerarci?

Ovviamente, ciascuno di noi ha da trovare il proprio modo per abitare questo spazio più vuoto del solito e rigenerarsi ma in genere ci aiutano tutte le attività che ci permettono di rallentare ed avvicinarci a noi, per sintonizzarci con i nostri bisogni e con il senso del piacere. Me ne vengono in mente alcune:

  1. Ritagliati del tempo per leggere: è un’attività che ci permette prenderci cura di noi perché, immergendoci in storie di altri scopriamo qualcosa anche della nostra storia; quello che ci entusiasma o ci infastidisce parla sempre di noi. Quindi, se per te è un piacere, sappi che leggendo ti procuri del tempo per conoscerti meglio.
  2. Dedica del tempo per meditare o ascoltare il silenzio: il silenzio è la condizione per iniziare ad ascoltare e dare attenzione ad un sacco di cose che nel frastuono delle attività passano inosservate. Trova un posto tranquillo, immerso nella natura o nella tua casa, per iniziare a volgere la tua attenzione verso l’interno. Se hai familiarità con la meditazione, dedicati un po’ di tempo a questa pratica.
  3. Fai qualcosa di analogico: cucinare, fare bricolage, andare in bici, un percorso a piedi, qualsiasi attività che ti permette di fare un sano passaggio dalla continua iper-connessione digitale della nostre giornate ad una piccola e sana fatica dei sensi, del corpo. I lavori che impegnano il corpo ci invitano a sentirlo di più. E il corpo non mente, è onesto e spesso racconta di cosa abbiamo bisogno;
  4. Gioca e divertirti come ti piace: il tempo del gioco e del piacere è il tempo che, per eccellenza, ci ricarica. E ci vuole un po’ di tempo per lasciare andare le tensioni e sentire il piacere che si presenta quasi sempre quando il corpo è in distensione;
  5. Allenati ad ascoltare: le persone che ti sono vicine certo, con qualche sana chiacchierata. Ma anche audiolibri, podcast che ti danno la possibilità di conoscere, riflettere e nutrirti di cose che ti piacciono. Nell’ultimo anno sto ascoltando tantissimo e mi accorgo che questa modalità mi permette di immaginare, qualche volta chiudere gli occhi e guardarmi dentro. A questo proposito, a fine mese, pubblico il podcast a cui sto lavorando insieme ad un’altra novità: se ti iscrivi alla newsletter, sei sicuro di non perderti nulla.

Ho dimenticato qualche altra attività in questo elenco? Quali sono i tuoi modi per svuotare la mente e rigenerarti? Raccontamelo se ti va, vi ascolto sempre volentieri.

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Psicologa delle relazioni interpersonali. Amo accogliere e accompagnare verso il cambiamento le persone che attraversano un momento critico.

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