Oggi vi presento Cristina, una giovane donna in gamba: di talenti, sensibilità ed energia ne ha da vendere.
Io ho avuto il piacere di accompagnarla in un percorso individuale che adesso si è concluso.
E lei ci racconta qualcosa di questa esperienza perché anche lei crede che “si possiede solo ciò che si dona” e perché -attraverso lei e gli altri che seguiranno- rispondo alle vostre domande su cosa faccio esattamente nel mio lavoro!
Ciao Cristina! Raccontaci qualcosa di te: quando e perché hai deciso di iniziare un percorso individuale?
Il mio percorso con Claudia è iniziato quasi un anno fa ormai, ad Aprile 2014. Ricordo perfettamente il momento in cui decisi che avevo bisogno di un piccolo aiuto esterno: ero appena tornata a casa da una giornata trascorsa con alcuni amici ed ero profondamente amareggiata.
Era l’ennesima giornata “vuota”, triste, in cui mi ero sentita incapace di entrare in relazione con gli altri. Mi bloccava il giudizio degli altri, le critiche, la paura di non riuscire a reggere una conversazione con un’altra persona. Gli ultimi giorni mi ero svegliata con un unico scopo: uscire nella giungla del mondo esterno e cercare di tornare a casa, nella mia “base sicura”, cercando di farmi il meno male possibile. Alla fine di quella giornata decisi che non volevo continuare così.
Allora scrissi un’e-mail a Claudia, il cui nome mi era stato consigliato da un’amica che aveva già intrapreso un percorso individuale con lei. Lei mi rispose subito, il giorno dopo.
Come inizia per te quest’avventura? quali timori avevi prima di iniziare?
Il primo incontro che feci con lei, arrivai in ritardo di 15 minuti perché non riuscivo a trovare lo studio: un ottimo inizio!
Quel primo incontro mi preoccupava moltissimo: chi mi sarei trovata davanti? Mi sarei sentita giudicata da lei? Invece, appena seduta sulla poltrona del suo studio, successe una cosa inaspettata: mi mise in pochi minuti a mio agio e riuscii a parlare con una facilità per me sconosciuta.
Ricordo che uscii con un sorriso a trentadue denti: ero riuscita a parlare di me ad una persona estranea, e l’avevo fatto per un’ora senza sosta! Fu un passo avanti non indifferente.
Cosa è successo durante il percorso?
Da lì in poi, mi ritrovai ad aspettare con ansia quell’incontro settimanale: ogni volta che mi sedevo su quella poltrona e chiudevo la porta dello studio, mi sembra di entrare in un mondo parallelo, un mondo in cui potevo essere me stessa senza sentirmi giudicata.
Ogni volta che uscivo dallo studio, mi sentivo ricaricata, rigenerata e pronta ad affrontare la giungla del mondo esterno, che pian piano ha iniziato a diventare sempre meno “giungla” e sempre più “palestra” in cui sperimentare comportamenti nuovi.
E adesso, che benefici ne hai tratto?
A distanza di quasi un anno, sono una persona più serena, più consapevole e più sicura di me.
Continuo ad avere i miei alti e bassi, ma affronto la vita in modo migliore..migliore non per gli altri, ma per me!
Ci saluti con un’immagine che per te rappresenta questo percorso che hai realizzato?
L’immagine che mi ha accompagnato lungo il mio percorso è quella di una bandierina bianca. Una bandierina che aveva il desiderio di essere notata e di farsi notare, ma che all’inizio non aveva nemmeno il coraggio di piantarsi per terra. Ora quella bandierina bianca inizia a farsi vedere, non a livelli altissimi, ma almeno è ben fissata a terra!
Grazie Cristina per aver condiviso tutto questo! Augurissimi, continuo a fare il tifo per te!! buona continuazione!
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Mi incuriosisce una cosa: perché bianca quella bandierina? Cmq, complimenti Claudia, bel blog, ricco di spunti interessanti 🙂
Ciao Francesca, grazie! 😉 Il colore della bandierina è un dettaglio che ha incuriosito anche me; Cristina la descrive con fierezza… per lei non era segno di resa ma rappresentava una superficie linda in cui poteva scegliere finalmente di colorare e disegnare ciò che desiderava! 🙂