Spesso durante la giornata mi sorprendo a commentare quello che faccio o quello che penso; mi sono accorta che molte volte sono parole di valutazione, sono commenti sull’aver fatto bene o non aver fatto una data cosa. Sono rimproveri che passano sottotraccia e, se non presto loro attenzione, possono influenzare il tono emotivo della mia giornata.

Ho notato anche che, quando mi sfido a fare imprese folli, dico a me stessa parole che assomigliano a quelle che mi rivolgeva mia madre, invece quando noto il dettaglio incompiuto o sbagliato riattualizzo gli scambi con mio padre (per anni è stato il mio correttore di bozze fino a quando ho deciso che potevo debuttare includendo gli errori). Quando mi guardo con tenerezza assomiglio invece a mia sorella: le sue parole arrivano spesso come un abbraccio.

Questo per dire che il modo di parlare a noi stessi lo impariamo dagli incontri più significativi della nostra vita: alcune persone hanno saputo essere con noi critiche e scoraggianti, altre invece avranno saputo lodarci e sostenerci.

Il punto è che quando le critiche e le lodi provengono da persone significative lasciano una traccia importante dentro di noi: diventano pian piano il modo con cui parliamo a noi stessi, nella nostra testa.

È un dialogo continuo che ci accompagna durante la giornata quando ci troviamo ad ammonirci, a sostenerci, a bacchettarci dicendoci: “Che stupido!” oppure “Non ne faccio una giusta”. Altre volte il dialogo interno può diventare una fonte di incoraggiamento per noi; potremmo sorprenderci a sussurrarci nella testa “Non preoccuparti, può succedere. Stavolta non ha funzionato ma puoi farcela”, oppure “Calma, rifletti, ce la puoi fare!”. Sono parole che producono effetti diversi, nel corpo e nella mente.

 

L’autocritica e il senso di sicurezza

 

Sebbene a nessuno di noi piace la nostra voce autocritica, d’altra parte è davvero difficile sbarazzarcene, perché spesso abbiamo confidato in questa forza interna per motivarci, spronarci, per evitare di sbagliare, per dare il meglio di noi o per riparare qualche errore o qualche critica esterna. Anche se qualche volta avrà esagerato, dobbiamo riconoscere che, se l’abbiamo utilizzata e continuiamo ad ascoltarla, vuol dire che nel tempo ci ha protetti da qualcosa

D’altra parte, proprio come di fronte agli attacchi esterni, quando riceviamo un attacco dal nostro critico interiore rispondiamo all’esperienza difendendoci con tutte quelle emozioni che sorgono quando si attiva il sistema di minaccia: rabbia, paura, ansia, disgusto. Come dice Paul Gilbert:

Se sviluppiamo uno stile di auto-critica stimoliamo costantemente il nostro sistema difensivo e, comprensibilmente, ci sentiremo sempre sotto minaccia. L’autocritica stimola il sistema della minaccia.

Invece tutto quello di cui abbiamo bisogno quando siamo in difficoltà è attivare il sistema di sicurezza dentro di noi che è in grado di calmarci, che ci aiutano a riequilibrare il nostro sistema di attivazione.

 

Imparare a confortarci

 

Di cosa ha bisogno quella parte in difficoltà dentro di noi che riceve critiche ed è continuamente sotto un attacco giudicante? Come sarebbe la nostra vita se potessimo ricorrere tutte le volte che ne abbiamo bisogno ad una parte dentro di noi incoraggiante pronta a sostenerci?

Forse, nei momenti in cui siamo in difficoltà, avremmo bisogno di essere calmati e rassicurati come faremmo con un bambino: con un abbraccio o con parole di attenzione, rassicurazione e affetto. Senza giudizio, senza rimprovero. 

L’efficacia della gentilezza verso noi stessi non solo un’idea new age un po’ stucchevole ma al contrario ha dei risvolti fisiologici: quando ci confortiamo per la nostra sofferenza o difficoltà, attiviamo il sistema di accudimento tipico di tutti i mammiferi che opera attraverso il rilascio di ossitocina. Al contrario, come abbiamo già detto, l’autocritica attivando il nostro sistema difensivo, produce un rilascio di cortisolo e adrenalina per fronteggiare la minaccia dell’attacco emotivo.

Cosi, ci sono tante buone ragioni per imparare a far nascere o fare spazio ad una voce più affettuosa e incoraggiante dentro di noi per contenere il nostro critico interiore.

Se vuoi approfondire questo tema per imparare a coltivare una voce più saggia e accogliente dentro di te, puoi partecipare ai nostri appuntamenti mensili su Zoom. Il 27 Ottobre parliamo di “Severità, autocritica e perfezionismo”: se vuoi partecipare puoi iscriverti qui per ricevere il link. 

 

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Psicologa delle relazioni interpersonali. Amo accogliere e accompagnare verso il cambiamento le persone che attraversano un momento critico.

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