Le parole di abbiamo bisogno
Quando siamo in difficoltà il più delle volte non abbiamo parole comprensive per noi, al contrario ci sproniamo a fare meglio o ci rimproveriamo. Ma invece quali parole avremmo davvero bisogno di sentirci dire quando la fatica ci sfianca, quando stiamo affrontando una pagina dolorosa della nostra vita?
Possiamo rivolgere a noi stessi le parole che avremmo voluto sentirci dire o desidereremmo ricevere adesso?
Come lasciare andare le convinzioni che ci fanno soffrire?
Anche se ci fanno molto soffrire è difficile separarci dall’idea di avere qualcosa di sbagliato in noi, o dalla convinzione di non essere abbastanza, di essere cattivi o egoisti e facciamo soffrire qualcuno, o ancora di essere persone deboli, oppure difficili o troppo esigenti.
Queste narrazioni su di noi -anche se molto dolorose- tuttavia, possono offrirci un senso di sicurezza, di familiarità, di coerenza e continuità con la nostra storia: ci permettono di orientarci nella lettura della complessità e del continuo variare delle nostre relazioni.
Non so se possiamo chiederci di non lasciarci toccare dall’altro, penso invece che possiamo starci accanto mentre ci accorgiamo che l’altro, con le sue parole o comportamenti, ci conduce sottopelle, ad incontrarci nel nostro punto dolente.
La fatica di stare con la nostra molteplicità
Spesso non riusciamo a tenere insieme le diverse parti di noi che entrano in gioco in ogni stagione della nostra vita. Cerchiamo coerenza ma siamo molteplici. La verità è che cominciamo a stare bene e sentirci liberi quando iniziamo a fare spazio e offrire comprensione profonda a ciascuna parte di noi: siamo molteplici, fatti di tanti spicchi, siamo complessi e spesso ad un primo sguardo logico sembriamo contraddittori.
Perché portare l’attenzione al respiro?
Era gennaio, di sette anni fa, uno di quelli freddi e grigissimi, ed io stavo attraversando un momento arido; apparentemente andava tutto bene, eppure nulla di quello che facevo aveva cosi tanto senso. Al mattino, il suono della sveglia innescava domande complicate e...La paura di deludere gli altri
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L’altro giorno nella stanza delle parole, ho accolto un uomo innamorato: certo non era questo il motivo per cui era li con me, ma in questa stanzetta dalla quale ti sto scrivendo adesso, entra la vita tutta intera, per fortuna. E quel giorno, insieme, abbiamo...Il riposo di cui abbiamo bisogno
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È una forma di violenza quella di invalidare le esperienze emotive nostre e di chi ci sta vicino. È un giudizio che arriva dritto a screditare l’affidabilità delle sensazioni, che il più delle volte non vogliono essere etichettate o risolte.
Al contrario, tutti noi abbiamo bisogno di sentirci riconosciuti e confermati nel nostro modo di sentire e di leggere la realtà. Tutte le volte che accade sentiamo che l’altro ci restituisce la legittimità delle nostre emozioni. Le riconosce come valide, ovvero comunica che quel sentire ha un senso, va bene, è comprensibile.