Me la ricordo molto bene quella sensazione che ho sentito qualche anno fa quando Cristina trova per Chiara, la protagonista del libro, quella parola per identificare il suo vissuto.
«Non è proprio un dramma…è come una sensazione. Hai presente quando la vita che ti fai ti pare si la tua, ma senza di te?»
[…] «Come no. Quando ti pare di andare sottovuoto. Io dico cosi.
Andare. Sottovuoto. Andare sottovuoto. Sento proprio l’aria che mi manca e il corpo che si mette a galleggiare, per conto suo, dentro una specie di sacchetto. E fuori dal sacchetto tutto il mondo.
Me la ricordo perché in quel momento, mentre leggevo, quella parola ha definito me: ho trovato nelle storia e nelle parole di altri, quella giusta per descrivere come mi sentivo in quella primavera mogia che stavo vivendo. Dei libri spesso trattengo parole e immagini vivide, quelle che parlano a qualche parte di meche ancora non ha trovato voce o parole per raccontarsi.
Non so come è per te, ma io mi rifugio spesso nei libri per conoscere, per distrarmi, per cibarmi di storie. Ogni volta riemergo con qualche emozione che mi resta addosso e mi spinge a chiedermi qualcosa di me, della mia storia, del mio mondo. Talvolta leggere mi permette di comprendere meglio cose ed esperienze che non conosco, includendole nel mio orizzonte mentale. Forse, a pensarci bene, dei libri mi piace proprio la sensazione di poter diventare più capiente attraverso le storie che incontro, di viaggiare rimanendo ferma, di arricchirmi senza dovermi esporre troppo.
Quando ho lanciato la prima edizione del gruppo di lettura Libri chiacchiere e cioccolata, cinque anni fa, l’ho fatto per dare fiducia ad una constatazione e un desiderio che nascevano dentro di me.
La prima è che la lettura ci mette a contatto con le storie di altri da una distanza di sicurezza: dalla posizione di lettori possiamo osservare, immedesimarci, sentire, avvicinarci ai nostri pensieri. Le narrazioni, se diamo loro spazio, ci consentono anche di cambiare, perché ogni qualvolta entriamo in un racconto, che sia nella nostra vita quotidiana o tra le pagine di un libro, non possiamo rimanerne indifferenti. È un invito a prendervi parte, ci coinvolge, ci infastidisce, fa nascere delle domande dentro di noi, ci arrabbiamo con i protagonisti o, viceversa, gioiamo con loro. E così, tutte le volte che sperimentiamo qualcosa in relazione ad una storia, ci accostiamo a una parte di noi stessi e le reazioni che emergono nei confronti delle narrazioni, se lo vogliamo, sono degli spunti per conoscerci più a fondo.
È da queste premesse che è nato dentro di me il desiderio di far diventare i libri un’opportunità per nutrire non solo la mente, ma anche la nostra consapevolezza emotiva, nonché un’occasione per condividere queste intuizioni in un contesto protetto di gruppo.
Siamo in tanti, in realtà, ad aver osservato tutto ciò; la libroterapia, infatti, oggi è una vera e propria metodologia riconosciuta che ci aiuta ad esplorare il nostro mondo interno utilizzando i libri come specchi gentili per guardarci dentro e prenderci cura di noi. Alle pagine talvolta chiediamo in prestito le parole giuste per spiegare noi stessi a noi stessi: le hanno scritte altri, è vero, ma suonano perfette anche per noi, perché ci consentono di leggerci, oltre che di leggere.
In pratica, in questo percorso fra i libri, dopo ogni lettura cerchiamo di rispondere ad una domanda: “Cosa ho scoperto della mia storia, grazie a questa storia?”.
Gli strumenti: i libri e il gruppo
Pur sollevando un’eco diversa in ciascuno di noi, i libri aggregano, ci avvicinano, offrono un motivo di incontro con altri appassionati di storie e permettono di mettere in comune le intuizioni che abbiamo fatto in solitaria, avviando un dialogo arricchente.
Come si realizza tutto questo durante il percorso? Con due strumenti: per l’appunto, i libri e il gruppo.
Usiamo i libri come occhiali per guardarci dentro. In ogni edizione, la selezione dei libri è tenuta insieme da un unico filo conduttore che costituisce l’oggetto della nostra attenzione ed esplorazione. “Armonizza le diverse parti di te” è stato lo spunto che ci ha accompagnato nella scorsa edizione, storia dopo storia, pagina dopo pagina. Singolarmente abbiamo letto i cinque romanzi, e identificandoci nei differenti personaggi, abbiamo incontrato nei nostri protagonisti la parte severa di noi, la brava bambina, l’adolescente ribelle, la voce ferita e quella più saggia.
Poi, incontrandoci nel nostro appuntamento mensile (dal vivo oppure su Zoom, per il gruppo online) permettiamo al gruppo di fare da cassa di risonanza delle riflessioni individuali. Nel tempo diventa un luogo intimo e protetto perché depositario di scoperte profonde che ciascuno ha conquistato nella relazione con se stesso.
Il gruppo tutto insieme si ritrova anche al termine del percorso durante una giornata intensiva che trascorriamo immersi nella natura. Vederci dal vivo, fuori dal solito contesto, è un momento di festa!
Arrivati a questo punto, mettiamo i libri sullo sfondo e lasciamo che siano il silenzio, le pratiche di consapevolezza e gli altri compagni di viaggio a farci da specchio per osservare alcuni aspetti di noi e approfondire il tema che ci ha guidato durante l’anno.
In questa edizione, ci siamo prese il tempo per mettere a fuoco il tema che ha fatto da filo conduttore, osservando le diverse parti di noi e dando loro un nome. Abbiamo scoperto che possiamo farle stare insieme con maggiore armonia, come farebbe un direttore d’orchestra. Per lo meno abbiamo iniziato a sperimentarci in questa possibilità.
Il gruppo di lettura tornerà in autunno con un nuovo percorso, questa volta focalizzato sulle relazioni: sto già selezionando i libri e non vedo l’ora di svelare il tema che ci accompagnerà.
Anche in questo caso, ci saranno cinque appuntamenti e una giornata conclusiva. Per chi abita a Padova e dintorni, sarà possibile partecipare dal vivo nel mio studio. Per chi è lontano, gli appuntamenti saranno online, su Zoom. Se vuoi rimanere aggiornato su tutti i dettagli, puoi iscriverti a questa lista. E in questa pagina trovi tutti i dettagli per l’edizione in prossima partenza.
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