Osservo spesso i bambini quando litigano fra loro: sono sempre interessanti, dei modelli a cui ispirarsi. A dire il vero catturano la mia attenzione anche i grandi quando intervengono: il più delle volte lo fanno con l’intenzione di ripristinare l’armonia e a volte, con una punta d’imbarazzo, invitano i piccoli a fare pace, a spegnere il contrasto. Forse, mi sono detta, è da piccoli che impariamo la fretta dell’aggiustare i disaccordi, la necessità del compromesso.

Penso che ci sia un equivoco diffuso rispetto alle relazioni di coppia e riguarda l’aspettativa o la necessità di venirsi incontro per andare d’accordo. L’idea di fondo è che per stare bene insieme bisogna venirsi incontro e rinunciare ognuno a qualcosa. In questa prospettiva, l’armonia di coppia è gerarchicamente più importante -e socialmente anche più apprezzata- rispetto all’espressione e alla soddisfazione dei bisogni individuali; in alcuni casi le due cose vengono viste in opposizione fra loro.

Così, spesso mettiamo molta energia per spegnere un conflitto, per far funzionare una coppia, ancora prima di comprendere i nostri reciproci bisogni, quelli che stanno più in profondità, sotto le richieste rabbiose più evidenti in superficie.

 

Il desiderio di spegnere i conflitti e ritrovare l’armonia

Le grandi fratture e le piccole incomprensioni che ci mettono a distanza nelle nostre relazioni nascono dalle aspettative che ognuno di noi si porta dentro rispetto a “come si dovrebbe stare in coppia” e su cosa dovrebbe fare il nostro partner dal momento che ci ama. Spesso è un bagaglio di aspettative ingombranti che disegna il nostro desiderio di essere amati proprio come desideriamo, non in un modo diverso.

Avanziamo richieste o rimaniamo ad aspettare che ci arrivi proprio quella sfumatura d’amore di cui abbiamo bisogno. Proviamo ad andare incontro alle richieste dell’altro, cercando di indovinare cosa potrebbe aiutarlo a sentirsi amato.

All’inizio questa idea di vicinanza è piacevole: chi non è mai andato incontro con piacere ai desideri del proprio partner rinunciando a qualche bisogno personale? Venirsi incontro, stupirsi, rinunciare a noi stessi diventa parte della gioia di stare insieme.

Ma è una scelta che rinnoviamo o l’unico modo che conosciamo di starci vicini? È un modo che ci permette di tenerci presenti mentre stiamo insieme o sentiamo che ci stiamo adeguando ad un cliché predefinito rispetto a come si sta in coppia?

A volte venirsi incontro diventa una regola per appianare i conflitti e ce ne accorgiamo quando sorge dentro di noi la fretta di aggiustare i disaccordi e le nostre differenze. Possiamo accorgercene da tre segnali:

  1. l’abitudine ad andare incontro all’altro, rinunciando a noi: adattarci con generosità va bene ma se è un’attitudine ricorrente chiediamoci se non sia un modo per nascondere all’altro -e a noi stessi- i nostri bisogni. Non è vero che non sono importanti, siamo noi a non dargli valore;
  2. la pretesa che l’altro ci venga incontro, attraverso continui inviti ad allinearsi a noi. È come se gli chiedessimo: puoi rinunciare un po’ a te? A nessuno di noi piace essere cambiato, neanche per cose di poco conto: desideriamo che qualcuno ci accetti esattamente come siamo e non cambieremo mai prima di aver incontrato quello sguardo;
  3. mettere molte energie per trovare un compromesso a tutti i costi: così tu perdi un po’ di te ed io un po’ di me. Se tu ami il mare ed io la montagna, andiamo in collina? I punti di incontro in cui ciascuno perde qualcosa dei propri bisogni profondi ci lasciano insoddisfatti, arrabbiati, inquieti, frustrati o rassegnati. Possiamo esprimere o no queste emozioni ma rimangono come magma nel sottosuolo, a preparare la prossima eruzione.

A volte ci sembra intollerabile stare con una differenza di vissuti, come se ci attanagliasse la paura che se non siamo una cosa sola, la coppia si dissolverà. E alimentiamo un conflitto interno: o rinunciamo a noi (andando incontro al nostro partner) o rispettiamo i nostri bisogni (rischiando di scontentare l’altro).

 

Affrontare il conflitto definendo i nostri bisogni individuali

Adattarci, spingere l’altro a cambiare, trovare un compromesso sono scorciatoie rapide per cavarcela ma non sono soluzioni intime che possiamo adottare continuativamente. Non sono utili se vogliamo salvaguardare la nostra reciproca individualità mentre cresciamo vicino all’altro nella dimensione di coppia.

Come fare allora ad affrontare il conflitto senza ricorrere alle solite scorciatoie?

Una ragazza qualche settimana fa lo ha espresso in modo simpatico durante una seduta, raccontava che si era accorta di come stava riuscendo fermarsi e scegliere di non intervenire in modo critico verso il proprio compagno quando osservava qualcosa che non le piaceva. Ad un certo punto -diceva- gli ho detto ridendo “Va bene, tu fai Alberto che io faccio Chiara”. Forse abbiamo bisogno proprio di questo quando le nostre differenze cominciano a toccarci spiacevolmente: educarci ad essere noi ed accogliere l’altro, cosi com’è. Senza aggiustarci a tutti i costi ad immagine e somiglianza del nostro partner.

Abbiamo bisogno di imparare a rivelarci perché per me è cosi importante oggi andare in montagna e per te andare al mare: di cosa hai bisogno tu? di cosa ho bisogno io? Condividere bisogni, desideri, valori e aspettative che stanno causando i nostri sentimenti ci aiuta ad andare oltre le richieste superficiali: a mettere a fuoco noi stessi scegliendo di occuparci di noi.

Ci permette di esprimere onestamente come stiamo noi senza incolpare te né criticare l’altro, e al contempo, ad accogliere come sta l’altro senza sentirci in colpa o criticati. Ci permette un passetto per volta di essere intimi con l’altro, perché abbiamo prima conquistato l’intimità con noi stessi, con i nostri bisogni.

Continuiamo a parlare di questo nell’appuntamento gratuito di questo mese su Zoom; risponderemo insieme alla domanda “come trovare le parole giuste per comunicare meglio in coppia?“. Se vuoi raggiungerti, puoi iscriverti qui, io ti aspetto.

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Psicologa delle relazioni interpersonali. Amo accogliere e accompagnare verso il cambiamento le persone che attraversano un momento critico.

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