Abbiamo tutti un gran desiderio di leggerezza. Lo avvertiamo in risposta al periodo delicato che stiamo vivendo e sorge ciclicamente quando attraversiamo qualche esperienza personale pesante da affrontare o faticosa perché non più stimolante. Spesso è il desiderio che emerge anche nei primi colloqui dei percorsi individuali quando il disagio è pesante e chi arriva vorrebbe trovare sollievo sperimentando una sensazione di leggerezza e maggiore spontaneità per vivere con se stesso e con gli altri.

La leggerezza che desideriamo in effetti è un’alternativa alla costante preoccupazione che viviamo: siamo stressati, a volte vincolati e affaticati dai nostri impegni. Ci appesantiamo sovraccaricandoci di richieste esterne oppure possiamo essere sensibili ad una molteplicità di richieste interne (quanto pretendiamo da noi stessi? A quali condizioni ci consideriamo soddisfatti di noi? cosa ci diciamo quando sbagliamo o non otteniamo quello che desideriamo?)

Cosi, le parole che usiamo con noi stessi, i pensieri, le emozioni che sperimentiamo nelle nostre giornate possono avere un bel peso: possono compromettere il nostro umore e influire su quanto ci sentiamo soddisfatti di ciò che facciamo.

Come possiamo alleggerirci?

In genere, quando ci sentiamo sovraccarichi ci invitiamo a “non pensarci su”, a distrarci: pensiamo che evitando i nostri pensieri ed emozioni spiacevoli ci mettiamo in salvo dalla possibilità di sprofondare in ciò che ci mette a disagio. Come se fosse un buco nero rispetto al quale siamo impotenti.

Invece, per alleggerirci abbiamo bisogno di imparare ad avvicinarci alle emozioni e ai pensieri pesanti, per scoprire un nuovo modo di entrare in relazione con loro. Fermarci ad osservare sia il nostro panorama mentale, sia le nostre sensazioni emotive ci permette diventare osservatori della nostra esperienza interna guadagnando una distanza utile per occuparci di noi.

Poi ci sono anche i pesi emotivi che sorgono all’interno delle nostre relazioni: come possiamo alleggerirci anche da queste fatiche? Per ridurre questi carichi abbiamo bisogno di individuare quali sono gli interruttori che innescano le nostre emozioni e pensieri mentre siamo in relazione, cioè abbiamo necessità di entrare in intimità con noi stessi rispetto a ciò che viviamo quando stiamo con gli altri.

Come iniziare?

Per iniziare a fare questo la mindfulness è uno strumento prezioso; credo di essermene innamorata in un passaggio triste e arido della mia vita proprio per questo motivo: ci permette di incontrare i nostri pensieri, le sensazioni fisiche ed emotive nel momento presente e, senza giudizio, ci invita a ritornare con freschezza a riconoscere cosa succede nel corpo e nella mente, per poi occuparcene quando ne abbiamo le risorse.

È un modo per coltivare la consapevolezza rispetto a ciò che stiamo vivendo e osservare come testimoni imparziali la nostra esperienza. Facciamo pratica, senza affogarci di parole o spiegazioni e impariamo dall’esperienza, proprio come fanno i bambini.  Esperienza dopo esperienza ci alleniamo ad ascoltarci, mettiamo da parte tutte le narrazioni su di noi e passiamo da un’attenzione preoccupata verso ciò che ci succede ad un’attenzione curiosa.

Ci alleggeriamo perché spogliamo i nostri vissuti da tutte le proliferazioni mentali e da tutti gli ingorghi emotivi che riguardano il passato o il futuro. Rimaniamo presenti e acquistiamo stabilità e padronanza in noi stessi, proprio quando i pensieri ci affollano la mente e le emozioni prendono il sopravvento. Non sgomberiamo magicamente tutto il campo ma ci accorgiamo di quello che ci frulla nella testa e nel cuore restituendoci la possibilità di scegliere cosa possiamo fare per noi.

Lo facciamo insieme in un percorso in otto tappe, si chiama PRENDI UN RESPIRO, TORNA DA TE perché ogni volta che  torniamo a noi stessi e facciamo spazio, coltiviamo il nostro desiderio di leggerezza. Partiamo il 31 gennaio, qui trovi tutte le informazioni.

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Psicologa delle relazioni interpersonali. Amo accogliere e accompagnare verso il cambiamento le persone che attraversano un momento critico.

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