Quando Marta mi racconta la rabbia che esplode dentro di lei con il suo compagno sembra colpita dall’intensità della sua reazione perché -dice- “solo lui riesce a tirar fuori questo lato di me”. Anche se a volte ci sorprende, le nostre relazioni, soprattutto quelle più intime, sollevano la nostra reattività, toccano i nostri tasti emotivi più dolenti e infiammano pensieri e convinzioni che ci portiamo dentro.

Queste sorprese emotive che sorgono nelle nostre relazioni ci colpiscono perché infrangono una precisa visione che abbiamo di noi stessi (perché ho reagito cosi impulsivamente, se in genere sono  molto razionale?) o ci lasciano vedere qualche aspetto di noi che non ci piace.

Sappiamo molte cose su di noi, spesso sono storie che ci definiscono con precise qualità e difetti che ormai abbiamo imparato a presentare ad un nuovo colloquio di lavoro o al giro di presentazioni dell’ultima esperienza di gruppo a cui abbiamo partecipato.

Abbiamo imparato ad etichettarci nelle relazioni più importanti della nostra vita, in quelle familiari, nelle amicizie e nelle nostre storie d’amore e spesso procediamo nel mondo con questa visione cristallizzata e unitaria di noi stessi (sono razionale, sono insicuro ecc…).

Siamo una sinfonia di molti aspetti

La ricerca di coerenza e linearità nasce dall’aspettativa che la nostra personalità sia unitaria ma, fortunatamente -aggiunge la parte più ribelle di me- noi siamo la somma di infinite parti, spesso contrastanti fra loro.

Ognuno di noi è un insieme unico di tratti severi che convivono con altri più affettuosi, abbiamo bisogno di socialità e anche di solitudine, siamo capaci di intuitività e riflessività, di emotività e razionalità. A volte siamo generosi, altre volte egoisti, in alcune circostanze creativi e caotici, in altre metodici.

Quando ci innamoriamo lo sguardo dell’altro ci permette di riscoprire dentro di noi aspetti che non conoscevamo prima, cosi come quando ci accede qualcosa di spiacevole e inaspettato non è insolito che tiriamo fuori risorse che non pensavamo di possedere.

Nella vita quotidiana ci presentiamo in modi diversi alle persone che frequentiamo non perché abbiamo differenti personalità ma perché i diversi aspetti di noi sono invitati ad emergere a seconda delle esperienze che facciamo e delle relazioni in cui siamo coinvolti. Non dobbiamo scegliere una parte di noi a scapito di un’altra, non è necessario ad esempio far crescere la parte razionale e correggere quella emotiva, oppure sforzarci di essere socievoli per non darla vinta a quella parte di noi che ama la solitudine: il nostro compito è fare spazio a tutte le parti di noi per integrarli armoniosamente. La sofferenza o il disagio nasce quando vogliamo che un aspetto di noi prevalga su un altro.

Ogni relazione è uno specchio

Ma come possiamo conoscere le diverse parti di noi? Non le incontriamo tanto attraverso l’introspezione nella penombra della nostra stanzetta ma scopriamo chi siamo nell’incontro con gli altri; ogni persona che conosciamo ci può permettere di conoscere qualcosa di diverso di noi: il nostro partner, la nostra famiglia, gli amici, i nostri colleghi di lavoro o un semplice conoscente possono essere per noi specchi preziosi per rivelarci sfaccettature sconosciute della nostra personalità. Siamo amici, colleghi, compagni, genitori e figli allo stesso tempo: nella trama delle nostre relazioni possiamo diventare autenticamente noi stessi oppure possiamo adattarci e nasconderci. Insomma ogni relazione è un’occasione per scoprire chi siamo.

Il desiderio di comprenderci meglio durante i percorsi di terapia spesso nasce proprio dal bisogno di comprendere quello che gli altri ci suscitano e il perché i comportamento di quella persona ha un eco cosi forte dentro di noi.

A volte può capitarci di metterci a distanza o cambiare partner, amici, frequentazioni per allontanare insieme a loro, un aspetto di noi, una debolezza che la relazione con quelle persone ha fatto venire a galla. E cosi, dal momento che è troppo doloroso incontrare quell’immagine di noi che non ci piace, allontaniamo anche la persona o l’esperienza che l’ha fatta affiorare.

Ma non sarebbe bello guardarci con curiosità e ricomporci recuperando tutti i pezzetti di noi che possiamo conoscere grazie alle nostre relazioni? Potremmo procedere per centri concentrici, dalle relazioni più disimpegnate a quelle più intime, mettendoci insieme come pezzetti di un grande puzzle.

Lo possiamo iniziare a fare ascoltandoci mentre stiamo in relazione, ogni giorno. E lo faremo anche insieme nel nuovo percorso annuale di libroterapia in prossima partenza.

Tutte le letture di questa nuova edizione del gruppo di lettura saranno legate da un unico filo conduttore che ci guiderà a riscoprire chi siamo oggi grazie allo specchio che ci offrono le nostre relazioni.

Ritrova chi sei, nella trama delle tue relazioni” sarà l’invito che accoglieremo da ciascun libro. Ogni storia ci accompagnerà a trovare uno sguardo nuovo su noi stessi e sulle nostre relazioni. Se vuoi saperne di più e vuoi iscriverti, qui trovi tutte le informazioni per farlo!

 

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Psicologa delle relazioni interpersonali. Amo accogliere e accompagnare verso il cambiamento le persone che attraversano un momento critico.

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