Se c’è una cosa bella dell’appuntamento domenicale che riguarda gli iscritti alla newsletter è che spesso mi rispondete, raccontandomi qualcosa di voi e talvolta rivolgendomi qualche domanda. Rispondo sempre, anche se non ho risposte ma spunti ed esperienze perché mi sembra che solo cosi ci esercitiamo a coltivare domande.
Cosi, per tornare al punto, una lettrice qualche settimana fa mi ha chiesto: “Come gestire in modo sereno la fine di una relazione e reinventarsi per ricominciare? Come avere il coraggio di dire basta?“.
Rispondo qui con qualche spunto ed altre domande, perché penso che riflettere su questo tema possa essere utile a tutti quelli fra noi che desiderano non solo chiudere una relazione ma salutare un’esperienza, qualsiasi essa sia, e non trovano il coraggio di dire basta lasciando andare quello che non ci aiuta più a crescere.
Chiudere e salutare, come ci è possibile
Quando dobbiamo affrontare la fine di qualcosa, dal momento che è già un’esperienza dolorosa, vorremmo farlo al meglio, nel modo più sereno possibile. È un desiderio comprensibile ma a volte, riuscire a chiudere è già abbastanza; non sempre riusciamo a farlo serenamente e qualche volta questo risultato non dipende solo da noi.
Ogni persona reagisce alla sofferenza delle cose che finiscono in un modo diverso e imprevedibile. L’augurio più grande che possiamo fare a noi stessi è di chiudere con consapevolezza e gentilezza verso noi stessi. A volte è già abbastanza ed è l’unica cosa che possiamo scegliere.
La conclusione di una relazione o di un’esperienza dà compimento e significato a ciò che è avvenuto prima e, come sappiamo, talvolta ci sono situazioni molto complesse e intricate che rendono difficile e poco congrua una chiusura serena.
Lasciare andare a volte significa proprio accettare l’esperienza che stiamo vivendo cosi com’è, anziché di continuare a sforzarci per cambiarla.
Spesso nelle nostre relazioni rimaniamo attaccati all’idea che il nostro interlocutore dovrebbe – e potrebbe – essere o fare le cose in modo diverso. Perché non possiamo lasciare che gli altri siano come sono? Perché non possiamo lasciare che le relazioni, che magari non siamo riusciti a cambiare fino a quel momento, finiscano come ciascuno dei due partner riesce a concluderle?
Lasciare andare l’altro, lasciare andare una parte di noi
Come fare allora a dire basta? Dove si trova il coraggio per lasciare andare l’altro?
La cosa più dolorosa delle separazioni spesso non è solo lasciare andare l’altro, ma salutare e rinunciare a quella parte di noi che l’altro, nella sua unicità, ci ha permesso di incontrare. Chi siamo stati noi con l’altro? Come ci siamo sentiti in quell’esperienza? Quanto è difficile lasciare andare l’immagine che abbiamo costruito di noi in quella pagina della nostra vita?
È per questo che spesso l’interruzione di una relazione o di un’esperienza non coincide con la separazione e l’elaborazione emotiva. Non basta prendere le distanze fisicamente: c’è un divorzio emotivo che dobbiamo affrontare per fare spazio alla possibilità di ricominciare.
Cosi, se ci accorgiamo che non riusciamo a dire basta e siamo esitanti rispetto alla possibilità di chiudere e lasciare andare, può essere utile chiederci: come sto rimanendo aggrappato/a a questa esperienza? quale parte di me non riesce a prenderne le distanze e lasciare andare?
Possiamo prenderci il tempo che ci serve per accogliere e comprendere questa parte di noi; in genere quando le abbiamo dato un nome, l’abbiamo accolta e consolata, ci sentiamo pronti a lasciare andare. Sentiamo che dentro di noi si crea un nuovo spazio per ricominciare. Non sempre si addolcisce il dolore ma n senso di maggiore padronanza ci accompagna e ci permette di consolarci quando siamo in difficoltà.
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