I primi giorni dell’anno sono carichi di esortazioni che arrivano da più parti ad intraprendere abitudini salutari, un tripudio di incitazioni motivazionali e di buoni propositi che formuliamo per noi stessi. Spesso sorge la necessità di pianificare e stanziare obiettivi che potrebbero farci sentire sotto pressione fra qualche settimana.

Se ci aiuta spronarci cosi, va bene: utilizziamo questa energia per dare struttura a ciò che desideriamo; se invece non ci sentiamo cosi attivati e motivati ad iniziare grandi imprese, va bene lo stesso: prendiamoci il tempo di sentire come stiamo in questo momento, di ascoltare i desideri profondi che ci portiamo dentro e stare con quello che c’è adesso.

Lo avrai capito, a me i buoni propositi non piacciono, preferisco mettere a fuoco l’intenzione di ogni momento presente perché credo che questo ascolto profondo di noi ci permette di scoprire e rispettare i nostri bisogni, momento per momento.

È una pratica che ci aiuta ad ascoltare il nostro desiderio nel presente, a partire dal sentire, dall’ascolto del corpo e delle nostre emozioni, mettendo tra parentesi per qualche momento, gli obiettivi che stanzia la nostra mente narrativa.

La mindfulness ci aiuta a fare proprio questo: a prenderci tempo e a fare spazio, sia concretamente (trovare il tempo per stare con noi stessi), sia metaforicamente (fare spazio dentro di noi) per osservare -da una giusta distanza- i pensieri e le emozioni che ci fanno compagnia momento per momento. Sono loro ad indicarci la strada per realizzare ciò di cui abbiamo bisogno.

Non riesco a trovare il tempo

Spesso non troviamo il tempo per noi stessi, per stare con noi. Facciamo fatica a concedercelo perché all’appuntamento con noi stessi qualche volta ci sentiamo a disagio con le parti di noi che incontriamo. Ci ritagliamo un po’ di tempo quando diventa una necessità improrogabile: nella stanza della terapia le persone approdano generalmente dopo aver temporeggiato tanto, e quando sentono di non poter più rimandare.

Ma il tempo per stare con noi stessi, quando niente urge e quando niente fa troppo male?

Nei percorsi di mindfulness ci alleniamo a presentarci quotidianamente all’appuntamento con noi stessi: quando non ci riusciamo è comunque un’esperienza utile per esplorare quale difficoltà ci impedisce di esserci per noi e a quali priorità abbiamo dato la precedenza. A cosa diamo il cuore, come dice Corrado Pensa.

Cosi, incontro dopo incontro, impariamo a farci spazio fra i tanti stimoli della nostra quotidianità, per portare l’attenzione a cosa sta succedendo dentro di noi. Rallentiamo, ci concediamo il tempo per non-fare, e per osservare ed indagare con gentilezza il respiro, le sensazioni del corpo, i pensieri e le emozioni. Prestiamo attenzione a “cosa sta succedendo adesso” e, come osservatori curiosi, ci chiediamo “dov’è la nostra attenzione in questo preciso momento“.

Lo facciamo perché la qualità della nostra vita è disegnata tanto dalle cose a cui prestiamo attenzione, quanto da quelle che ignoriamo. Non tutto richiede la nostra reattività; al contrario, possiamo imparare a fare una pausa, guardarci dentro, fare spazio tra noi e le nostre esperienze e scegliere ciò che conta e come rispondere ai nostri bisogni profondi.

 

Un posto da cui osservarci

In definitiva, fare spazio dentro di noi significa conquistare un posto calmo da cui possiamo osservare la natura dei nostri pensieri e delle nostre emozioni. Non allontaniamo le emozioni difficili e non liberiamo la mente. No, osserviamo cosa c’è; incontriamo chi siamo adesso.

Pensiamo di sapere molto di noi: spesso abbiamo fiumi di parole per definirci e raccontarci. Qualche volta ci sono etichette o diagnosi a cui deleghiamo il compito di definirci. Ma il nostro disagio nasce quando queste definizioni della nostra mente discorsiva non corrispondono a quello che sperimentiamo nell’esperienza del qui e ora.

Cosi, attraverso la pratica, guadagniamo una prospettiva interna per fare gli osservatori silenziosi e imparziali del modo in cui entriamo in relazione a ciò che ci succede e come commentiamo -nella nostra mente- ciò che accade. È un dialogo serrato e velocissimo: per questo ci serve rallentare, fare silenzio, ascoltare.

È l’impresa di tutta una vita. Lo facciamo insieme, perché per fare le cose difficili e belle è meglio saperci insieme. Partiamo il 7 Febbraio ma prima, il 24 gennaio alle 19 ci sarà la serata di presentazione su Zoom. Se vuoi esserci, puoi iscriverti qui. 

 

The following two tabs change content below.
Psicologa delle relazioni interpersonali. Amo accogliere e accompagnare verso il cambiamento le persone che attraversano un momento critico.

Ultimi post di Claudia Mandarà (vedi tutti)