Agli altri sembro forte ma io mi sento fragile
Qualche giorno fa fa una persona raccontandosi diceva di sé stessa: “sembro forte ma in realtà mi sento molto fragile e questo gli altri non lo vedono, si aspettano sempre che io me la cavi”.
Ci capita spesso di osservare una dissonanza tra quello che gli altri vedono e come ci sentiamo dentro e non riusciamo a mettere insieme la parte forte di noi e quella fragile. Cosa ha dato agli altri la possibilità di vederci forti? Come hanno potuto farsi quest’idea di noi?
La preoccupazione di essere un bravo genitore
Quante domande iniziamo a farci ancor prima di avere un bimbo fra le braccia? Ci indaffariamo molto con l’intenzione di prepararci ad essere dei buoni genitori. Quando potremmo dirci pronti? Vogliamo essere informati, consapevoli, competenti. Alcuni di noi per raggiungere lo scopo si abbuffano di corsi e libri su qualsiasi cosa: puericultura, psicologia, pedagogia. Ma cosa ricerchiamo e cosa evitiamo in questa ricerca di competenza?
Non voglio essere come mia madre o mio padre
C'è una paura che ascolto spesso in terapia: quella di diventare come i nostri genitori. A volte è proprio osservare la somiglianza di un nostro comportamento o una nostra reazione il campanello di allarme che porta le persone a prendersi cura di se stesse . Quando...
Venirsi incontro e la ricerca dei compromessi
Osservo spesso i bambini quando litigano fra loro: sono sempre interessanti, dei modelli a cui ispirarsi. A dire il vero catturano la mia attenzione anche i grandi quando intervengono: il più delle volte lo fanno con l’intenzione di ripristinare l’armonia e a volte,...
Quattro sfumature di un amore tormentato
Quando Francesca entra nella stanza, si abbandona alla poltrona e sospirando mi chiede "perché finisco per avere sempre amori e relazioni tormentate?" È stufa di osservare la ripetizione, e alterna la sensazione di sentirsi sfortunata, alla rabbia che la porta a...
Tenersi tutto dentro fino a rendersi trasparenti all’altro
Spesso sono la prima persona a conoscere emozioni e vissuti che sorgono all'interno delle relazioni di coppia dei miei pazienti: me li raccontano come scoperte intime e preziose che fanno fuori dalla stanza della terapia. Non solo emozioni difficili o spiacevoli,...
![[Storie sul comodino] Essere madri ci espone di continuo all'esperienza di anteporre ai nostri bisogni quelli dei nostri figli. Ragionevolmente, se è una scelta consapevole e transitoria.
Poi succede che, presi dalla brama di fare bene, di essere supergenitori, preparati, competenti ed informatissimi-su-tutto, questo compito può diventare una vera e propria performance. Una prestazione che serve a noi: a dirci bravi, attenti, capaci di fare sempre la scelta giusta per nostro figlio. Per non sentirci in colpa. Ma spesso la raccontiamo e viviamo coltivando il mito del sacrificio: "lo faccio per te", diciamo ai nostri figli, "lo faccio per lui/lei" diciamo a noi stesse.
Così spesso confondiamo i bisogni del figlio con quelli nostri, ci dimentichiamo e non legittimiamo i nostri bisogni.
E se invece tenessimo a mente che in ogni diade madre-bambino abbiamo il dovere di fare stare bene entrambi? Che il nostro primo dovere nei confronti dei figli è offrire loro degli adulti interi, appagati e consapevoli? Adulti che hanno una vita interessante a cui tornare presto o tardi che li rende modelli di felicità anziché di sacrificio?
Perché, come dice la collega @lastefiandreoli in questo saggio prezioso, "ai figli non serve una mamma perfetta che sappia sempre cosa fare. Serve una mamma consapevole che sappia perché - e per chi - fa quel che fa".
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