Il Natale ti mette gioia o tristezza?

Il Natale ti mette gioia o tristezza?

Dicembre, con il Natale e i bilanci di fine anno, è un periodo convulso. Non è un momento gioioso per tutti, perché spesso dietro alle lucine e ai pacchi si nascondono tantissime emozioni e ricordi che in questi giorni vengono a galla prepotenti. Sentirci di cattivo umore, tristi, malinconici, più soli del solito, e irritati da convenzioni che non sentiamo nostre sono esperienze frequenti in questo periodo dell’anno.

Sono triste senza un motivo: come fare?

Sono triste senza un motivo: come fare?

Molte volte non siamo a nostro agio con le emozioni che sentiamo: non le riconosciamo, non ci diamo il diritto di sentirle. Anzi, sorge dentro di noi un rimprovero per il fatto che sentiamo qualcosa di diverso da quello che ci aspetteremmo di sentire o che vorremmo sperimentare in quella situazione. Quando ci è permesso allora di essere tristi? qual è una ragione valida per accettare la tristezza nella nostra vita?

Confortare e contenere le emozioni

Confortare e contenere le emozioni

Abbiamo bisogno sia di imparare a consolare e confortarci quando le cose non vanno proprio come vorremmo e allo stesso tempo di imparare a contenere la portata di quello che sentiamo, quando ci accorgiamo che la nostra reattività ci fa entrare in uno scenario intenso e per cosi dire drammatico, molto velocemente.

Ascoltare le emozioni -le nostre e quelle degli altri- non significa accoglierle sempre e arrenderci al loro manifestarsi. Significa invece saper distinguere cosa consolare e cosa è necessario contenere, perché riacquisti proporzione.

Il desiderio di capire: sentire le emozioni, non analizzarle

Il desiderio di capire: sentire le emozioni, non analizzarle

C’è un equivoco spesso sulla nostra richiesta di capire: vogliamo comprendere solo con la logica e per farlo ci soffermiamo a discutere con i fatti che ci succedono cercando di trovare spiegazioni e significati. A volte ci avventuriamo in interpretazioni che coinvolgono più generazioni. Le cerchiamo nel territorio della razionalità, della mente e ci allontaniamo da quello dell’esperienza dove il nostro sentire di pancia e di cuore, per cosi dire, conosce delle cose. Anche se non sa ancora spiegarle a parole. Stare con l’esperienza, sentire le nostre emozioni ci permette di conquistare una comprensione intuitiva.